La puntata di Servizio Pubblico 28 marzo era molto attesa soprattutto per la contro-risposta di Travaglio contro Grasso, anticipata ieri sul web,  che puntuale è arrivata durante la puntata.

Coalizione Pd-Movimento 5 Stelle: Grillo donerebbe l’anima per l’Italia?

Ospiti in studio  sono Laura Puppato del Pd, Nunzia de Girolamo del Pdl, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il filosofo Massimo Cacciari (in collegamento video). Il titolo scelto per la puntata è emblematico: Ancora qua. Citando il testo di Vasco Rossi, Santoro in apertura fa riferimento alla posizione di Bersani ma anche a quella di Grillo.

La canzone che si ascolta in sottofondo infatti recita “l’anima non si vende, si dona”. Il presentatore salernitano esorta Grillo a fare questo sacrificio per permettere al governo di nascere invece di chiudersi in un ostruzionismo non costruttivo. Il monologo di apertura del presentatore di Salerno fa riferimento anche allo scontro Travaglio-Grasso sottolineando come le cariche pubbliche più in alto sono e più dovrebbero accettare il diritto di critica. Il Presidente del Senato dovrebbe cedere addirittura ad un eccesso  di critica

Un governo di larghe intese è possibile?

Nella chiocciola di Luca Bertazzoni si analizza la possibilità di una coalizione al governo.  Bersani accusa Grillo di voler fermare l’intelligenza con gli insulti e invita i grillini ad essere costruttivi. Per Vendola  l’idea del do ut des è definitivamente tramontata

Sgarbi vuole Muti alla Presidenza della Repubblica

Sgarbi propone al Quirinale qualcuno a cui nessun partito possa dire di no: una figura che rende orgogliosa l’Italia.  Veronesi o Muti ad esempio.

Il monologo di Travaglio  contro Grasso

Arriva il momento atteso della risposta di Travaglio. Il giornalista ribadisce che il Presidente del Senato è stato furbo ma non solo: è anche bugiardo. La descrizione che ne ha dato il suo allenatore è emblematica: è uno che riesce a non sporcarsi neanche quando c’è il fango.

Poi l’editorialista de Il Fatto passa in rassegna i 10 punti della versione di Grasso che fanno acqua (Marco Travaglio risponde a Grasso: quante balle!), dal caso Andreotti al pentito Giuffrè fino alla nota dolente, la nomina a procuratore nazionale antimafia dopo le tre leggi anti-Castelli approvate dal governo Berlusconi. Grasso ha detto di non aver chiesto quelle leggi ma la domanda che dovrebbe porsi è un’altra: cosa ha fatto per meritarsele? Alla fine del monologo Sgarbi espone il suo punto di vista sottolineando l’errore di Grasso dinanzi al pm Travaglio, l’inquisitore della coscienza: pretendere l’assoluzione immediata. Se in Italia la legge è uguale per tutti perché lui non deve essere “vittima dei tempi della giustizia”?