Un interessante studio condotto dal Centro sullo sviluppo dei territori e dei settori della Liuc Business School in collaborazione con Ubi Banca ha rivelato quali sono i comuni lombardi per ricchezza dormiente pro-capite in regione ossia un’analisi della ricchezza sia monetaria che patrimoniale dei comuni lombardi.

I Comuni lombardi al top per ricchezza dormiente

A spiegare che cos’è la ricchezza dormiente è lo stesso studio: “per ricchezza dormiente si intendono le quote di ricchezza non consumate e non investite. È considerata ricchezza dormiente l’intera somma di depositi nel sistema bancario non impiegati e la parte di disponibilità investita per incrementare il patrimonio immobiliare non produttivo”.

Sul podio, come riporta Il Sole 24 Ore, ci sono Basiglio, in provincia di Milano, Rovescala e San Giorgio di Lomellina, in provincia di Pavia. Per quanto riguarda Basiglio, secondo lo studio in oggetto, si parla di 24.939 euro improduttivi su 8mila abitanti, per Rovescala, che ha solo 886 abitanti, si parla di 18.812 euro mentre per San Giorgio di Lomellina con 1.050 abitanti il dato è riferito a 17.605.

E quelli per ricchezza “dormiente”non produttiva pro-capite

Considerando ancora i comuni lombardi per ricchezza “dormiente”, non produttiva pro-capite, dopo i primi tre citati ci sono anche Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, Appiano gentile, in provincia di Como, Grosio, in provincia di Sondrio, Bozzolo, in provincia di Mantova, Arese, in provincia di Milano, chiudono Barzio, in provincia di Lecco e Locate di Triulzi, Milano.

Per quanto riguarda i comuni per stock di ricchezza al primo posto c’è invece Arese, con 173 milioni di euro improduttivi, seguito da Pavia, Brembate di Sopra, Carate Brianza, Cormano, Appiano Gentile, Bresso, Brugherio, Baranzate e Locate Triulzi.

Guardando alle province, invece, per ricchezza dormiente pro-capite  il primo posto è occupato da Pavia con quasi 80mila euro, seguita da Sondrio, Lecco e Como.

Secondo Andrea Venegoni, ricercatore del Centro sullo sviluppo dei territori e dei settori, “i flussi vanno riferiti alle dinamiche demografiche e reddituali della popolazione.

Aree maggiormente popolate e con popolazione più giovane, caratterizzate, inoltre, da una miglior dinamica reddituale sono quelle che mostrano maggior spinta all’investimento, favorendo lo sblocco e la messa a reddito delle risorse monetarie e patrimoniali”.

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