Oggi alle 15 partirà la prima votazione per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica italiana. Gli elettori saranno 1009 e si voterà nella Camera dei Deputati dove sarà montata la speciale urna. A votare saranno 630 deputati, 315 senatori e 58 rappresentati delle Regioni più i 6 senatori a vita. Ad arbitrare la votazione i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Per le prime 3 votazioni è richiesto un quorum di 673 voti (i due terzi dell’assemblea) mentre dalla quarta in poi il quorum è fissato a 505, la maggioranza assoluta degli elettori.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, non essendo un parlamentare non ha diritto al voto, non voterà neanche Silvio Berlusconi ma per alti motivi. L’obiettivo del premier è quello di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica entro il prossimo sabato; al momento sembrerebbe che i grandi elettori del Pd (che sono 460 al lordo delle minoranze dissidenti) abbiano intenzione di votare scheda bianca ai primi tre scrutini e iniziare a votare il proprio candidato soltanto al quarto scrutinio, per non bruciarlo. Inizieranno a votare i senatori seguiti dai deputati e quindi i rappresentanti delle Regioni; dovrebbero non votare né il presidente del Senato Pietro Grasso, né i due deputati ai domiciliari, Genovese del Pd e Galan di Forza Italia. Ovviamente la votazione è segrete e ognuno degli elettori entrerà nella cabina elettorale per compilare la scheda timbrata e firmata, di un colore diverso per ogni scrutinio. Lo spoglio sarà effettuato dal presidente della Camera Laura Boldrini, nel verbale saranno riportati i nomi di tutti i candidati che prenderanno almeno 2 preferenza.Può essere eletto come Presidente della Repubblica qualsiasi cittadino italiano che goda di diritti civili e politici e che abbia compiuto i 50 anni di età. La media degli scrutini che sono occorsi fino ad ora per eleggere il Presidente della Repubblica è 9; l’identikit del capo dello Stato risponde a queste caratteristiche, rifacendosi al passato: over 70, ex ministro o deputato, uomo.
Il Presidente che nella storia della Repubblica ebbe il più gran consenso fu Sandro Pertini, eletto nel 1978 con 832 voti su 995. L’elezione più difficile fu, invece, quella di Giovanni Leone nel 1971 che richiese 25 giorni di votazioni e 23 scrutini.