Il Fondo monetario internazionale ha aggiornato di nuovo le stime sulla contrazione del Pil mondiale: -4,9%. Con il perdurare della pandemia (gli Stati Uniti ieri hanno registrato il più alto numero di contagi da aprile), l’Fmi sottolinea come la crisi economica scatenata dal coronavirus non abbia precedenti nella storia. Da quanto si legge nel Weo (World economico outlook), il Fondo monetario internazionale prevede una ripresa più lenta. A tal proposito, è stato rivisto al ribasso il Pil globale del 2021, con la nuova stima rivista al 5,4% (era il 5,8% nel mese di aprile).

Rischio seconda ondata, recessione anche nel 2021

Tutti gli scenari sono possibili, anche quello di una seconda ondata della pandemia di Covid-19 in quei Paesi come Cina e gli Stati europei dove si è abbattuta dall’inizio 2020. In questo caso, l’Fmi sottolinea come la recessione inevitabilmente si prolungherà anche nel 2021.

La Cina fa eccezione

Anche se è stata la prima a subire le conseguenze del coronavirus, la Cina è stata anche la prima a revocare la misura del lockdown (aprile). Secondo il Fondo monetario internazionale, il gigante asiatico è l’unico Paese al mondo che vedrà il Pil chiudere in positivo anche nel 2020 (+1%, ai minimi dagli anni Settanta ma pur sempre in positivo). Non la pensa allo stesso modo l’Ocse, secondo cui anche la Cina dovrà quest’anno rallentare (-2,6%).

Le conseguenze della pandemia sui Paesi dell’Europa

Stime al ribasso anche per i Paesi Europei. L’Italia nel 2020 subirà una flessione fino al 12,8% secondo l’ultima previsione del Fondo monetario internazionale, percentuale che grossomodo conferma l’ipotesi più cupa di Bankitalia (-13%), recuperata soltanto in parte nel 2021 (+6,3%). Clima pesante anche in Germania, dove il PIL diminuirà fino al 7,8%. Peggio il Regno Unito, che senza l’appoggio dell’Unione europea vedrà il Pil sprofondare sotto il 10%.

Il resto del mondo

L’Fmi prevede per il Brasile una flessione del 9,1%.

Non andrà molto meglio negli Stati Uniti, con un calo dell’8%. Male anche la Russia, dove la contrazione del Pil si attesterà al 6,6%. Infine, anche l’India – per la prima volta dopo 40 anni – subirà una riduzione del Pil, stimata intorno al 4,5%.

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