Pensioni e vitalizi dei parlamentari sono spesso oggetto di polemica: ma sappiamo quanto ci costano veramente? Ecco quanto spendiamo tra vitalizi e pensioni, rimborsi ed indennità per i senatori e deputati italiani e europarlamentari. Retorica o spreco reale?

Vitalizi parlamentari: lo scandalo italiano

In Italia il 40% delle spese per Senato e Camera è destinato alle rendite dei politici. Nonostante alcuni segnali in questo senso per limitare i privilegi dei politici, i conti dimostrano che gli sprechi sono eccessivi. Basti pensare che alla Camera costano più i vitalizi per gli ex mandati che gli stipendi dei deputati in servizio (135,4 milioni a fronte di 128,4).

Discorso analogo per Montecitorio: per gli ex senatori paghiamo 256,87 milioni contro i 232 del personale in servizio.

Con l’applicazione dei nuovi coefficienti di trasformazione in vigore fino al 2018, le prestazioni pensionistiche scenderanno di circa il 4,5%. Ci sono però alcuni punti critici che permangono:

1) le età di pensionamento restano  più favorevoli rispetto ai normali lavoratori: 65 e 60 anni, contro 66 anni e 7 mesi;

2) restano anche alcuni privilegi per le pensioni di reversibilità ingiustificati.

Parlamento Europeo: tutte le indennità e le agevolazioni previste dallo Statuto dei deputati

Facciamo due conti anche sulle spese a Bruxelles e a Strasburgo.

L’indennità parlamentare corrisponde al 38,5% dello stipendio base di un giudice della Corte di giustizia dell’Unione europea. L’importo lordo per il 2017 ammonta a 8.484,05 euro lorde. Alla fine di ogni anno, l’indennità viene indicizzata retroattivamente al 1° luglio.

Oltre all’indennità in analisi sono previsti alcuni benefici economici non indifferenti che vanno dall’assicurazione contro gli infortuni al rimborso spese mediche (non solo personali ma anche per i figli minorenni) , corsi di lingua e informatica etc.

Basta esercitare il mandato per un anno per avere diritto alla pensione di anzianità a partire dal compimento dei 63 anni e pari al 3,5% dell’indennità per ogni anno di mandato e a un dodicesimo di quest’ultima per ogni ulteriore mese compiuto, sino ad un tetto massimo del 70%.