Che i ‘boss’ guadagnino molto di più rispetto ai dipendenti è un dato di fatto. Quando il pay gap, la differenza tra lo stipendio del capo in azienda e quella del lavoratore medio, però, diventa troppo grande possono nascere risentimenti un pò come è accaduto negli Usa. Da quando è possibile stilare una classifica sul pay gap, i malumori sono all’ordine del giorno poiché mostrano le differenze abissali tra i salari dei capi e quelle dei lavoratori medi.

Il caso Usa e i boss che guadagnano maggiormente

In Europa non è ancora obbligatorio come negli Usa mostrare il pay gap e proprio la graduatoria americana è quella che colpisce maggiormente per le cifre da capogiro, che fanno riferimento a grandi nomi del business.

Secondo le rilevazioni della società Equilar, riportate dal «Financial Times» il divario è enorme e rispetto al 2017 è salito a 254 punti in più. C’è ad esempio Elon Musk, il visionario di Tesla, che ha guadagnato uno stipendio 40.668 volte più alto rispetto a quello dei dipendenti medi o Warren Buffett che percepisce uno stipendio da 100mila dollari ma sembra che il suo patrimonio sia sopra gli 80 milioni di dollari.

Guardando agli Stati Uniti, dunque, nella classifica dei boss in cui il pay gap è molto alto risultano Jonas Prising di ManpowerGroup, compensi totali 11,444,010, seguito da Mark Mondello di JBL, 11,396,365, e Stephen Milligan di Western Digital, 17.121.474. Altri nomi venuti alla ribalta sono Robert Iger di Walt Disney, Safra Cats di Oracle, Kevin Johnson di Starbucks, James Quincy di Coca Cola, Marc Bitzer di Whirpool etc. I loro compensi segnano una differenza abissale rispetto al lavoratore medio. 

Le differenze di genere

Nel resto del mondo nel frattempo si continua a pensare alla trasparenza salariale quando si tratta di differenze di genere, anche se uno studio pubblicato dal National Bureau of Economic Research(Nber), e ripreso sull’Harvard  Law School Forum on corporate governance governance and financial regulation, sul peso degli obblighi di trasparenza sui salari è emerso che le leggi promulgate per ridurre la differenza di genere in alcuni paesi non hanno di fatto avuto conseguenze del tutto positive: dove, infatti, il gap si è ridotto per le donne, le remunerazioni degli uomini si sono ridotte di conseguenza anche se sono aumentate le posizioni senior per le donne.

Tra gli effetti negativi la minore produttività compensata dai risparmi sugli stipendi.

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