I pagamenti con carta e bancomat risultano essere tra i temi centrali delle ultime settimane, soprattutto da quando il Governo ha deciso di combattere l’evasione fiscale promuovendo quelli elettronici a discapito dei pagamenti in contanti. D’altronde, in Europa siamo ancora indietro in tal senso: basti pensare che nella maggior parte dei paesi ormai anche un caffè si paga senza problemi con la carta mentre in Italia, nonostante la legge del 2017 che obbliga i commercianti ad accettare qualsiasi pagamento, sembra ancora esserci molta diffidenza in tal senso.

 

La ‘tassa’ sul caffè

Così se da un lato i commercianti, parliamo sempre di negozi di piccolo calibro, in teoria, sono obbligati ad accettare anche il pagamento di un caffè con il bancomat, nella pratica spesso non lo fanno. Esempi lampanti sono i cartelli o adesivi che avvertono il cliente che il pagamento con il bancomat non ha conseguenze sotto una certa cifra mentre per l’acquisto di un prodotto che costa poco potrebbe scattare una sovrattassa, che in realtà non sarebbe consentita. 

Arriva da Pordenone e provincia la vicenda di tre bar che, attraverso un’indagine fatta a campione, a causa dei costi elevati per l’uso del bancomat, hanno di fatto riversato una tassa sui clienti. L’esempio è quello del caffè che costa solitamente 1 euro se pagato in contanti ma che diventa 40 centesimi in più, dunque 1,40, se pagato con la carta o bancomat. Addirittura per altri bar analizzati la cifra arriverebbe anche a più di 2 euro.

Commissioni troppo alte per i negozianti?

Il problema non riguarda la grande distribuzione, che di fatto lavora con grandi volumi, né tantomeno negozi di abbigliamento o ristoranti, ma piccoli esercizi commerciali come tabaccherie, bar etc. I negozianti lamentano gli alti costi ogni volta che il cliente usa la carta per pagare prodotti che hanno prezzi bassi, come il caffè ad esempio, rischiando di lavorare in pareggio.

Nello stesso tempo manca un sistema sanzionatorio che funzioni visto che la norma sull’accettazione dei pagamenti con carta esiste dal 2017. 

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