Sta facendo discutere l’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Grazia Colacicco, sulla presunta truffa dei diamanti a danno dei risparmiatori, in cui sarebbero stati coinvolti anche nomi noti di vip, tra cui Vasco Rossi e che coinvolge anche alcune banche. Da quello che si apprende, la Guardia di Finanza ha sequestrato 700 milioni di euro e, come scrive anche Repubblica, sono indagate alcune banche come Banco Bpm e Banca Aletti, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps.

I fatti, le banche e i nomi noti dei truffati

I fatti risalgono agli anni 2012-2016, due società, la Intermarket Diamond Business spa (Idb) e la Diamond Private Investment spa (Dpi), avrebbero venduto, con l’intermediazione degli sportelli bancari, dei diamanti a prezzi di molto più alti rispetto al loro vero valore.

Sono più di 70 gli indagati per autoriciclaggio, concorso in truffa e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza, tra questi anche 5 banche. Solo 83,8 milioni dei maxi sequestri sono relativi a banco Bpm, mentre 253 milioni sono a carico di Dpi e 328 milioni di Idb, 32 milioni nei confronti di Unicredit, 11 milioni nei confronti di Intesa Sanpaolo e 35,5 milioni a carico di Mps.

Dall’inchiesta sono emersi nomi noti coinvolti nella truffa. Alcuni personaggi dello spettacolo avrebbero investito cifre cospicue e sono state dunque truffate. Si parla di Vasco Rossi, che avrebbe investito 2,5 milioni di euro, Simona Tagli e Federica Panicucci, la quale avrebbe investito circa 54mila euro.

Multe pesanti

Già nell’ottobre scorso, l’Antitrust aveva inferto delle sanzioni di 12,35 milioni di euro a carico delle due società (Idb e Dpi) e di Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps. Dopo la protesta di molti risparmiatori che non erano stati in grado di rivendere i diamanti almeno allo stesso prezzo di acquisto, le banche, pur dichiarandosi estranee ai fatti, avevano deciso di rimborsare i soggetti.

Secondo il procuratore aggiunto Riccardo Targetti e il pm Grazia Colacicco, due società, la Intermarket Diamond Business spa (IDB) e la Diamond Private Investement (DPI) avrebbero ingannato i clienti gonfiando i prezzi dei diamanti. Nel 2016 era stato il programma Report a fare un confronto sui prezzi di listino dei diamanti venduti da IDB e dalla DPI, tenendo conto della brillantezza, purezza e carato e, ovviamente, del listino internazionale. L’Antitrust aveva poi appurato che chi aveva acquistato i diamanti e voleva rivenderli ci avrebbe perso ed era indotto a ricolloccarli, sempre tramite le stesse società che l’avevano venduti, e costretti a pagare delle commissioni molto alte.

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