La fuga degli italiani all’estero per trovare lavoro continua e il 2018 potrebbe essere identico all’anno appena passato. Si è parlato più volte di fuga di cervelli, un fenomeno preoccupante per l’Italia che non solo perde risorse importanti ma anche soldi, si parla di miliardi di euro appunto. Attualmente sono 5 milioni gli italiani che lavorano all’estero, un milione con meno di 34 anni, due milioni con meno di 50 anni come riporta Panorama. E a fuggire sembrano essere anche medici, architetti, insegnanti e professionisti in genere; se ne contano almeno 10mila che hanno scelto di lasciare l’Italia per trovare fortuna altrove.

E quando si parla di “altrove” bisogna guardare a paesi come Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Francia. E’ qui che i cervelli in fuga vanno a caccia di opportunità e molto spesso riescono nell’intento, quell’intento che nel nostro paese viene troppo spesso soffocato da ingiustizie, inefficienze e opportunità pari a 0.

Lavorare all’estero, fuga dall’Italia per milioni di “cervelli in fuga”

Secondo alcuni dati della Commissione europea nel giro di 10 anni, considerando il decennio 2005-2015, oltre 10mila medici hanno abbandonato l’Italia per andare nel Regno Unito, scelto dal 33%, e in Svizzera a seguire. Ma non solo medici; a preferire i lidi stranieri anche 7.967 infermieri, 1.923 insegnanti, 1.632architetti, 1.255 farmacisti, 1.023 veterinari, 827 fisioterapisti, 794 ottici e 777 ostetriche secondo i dati Commissione europea che parlano di numeri in crescita. Cifre preoccupanti che si rafforzano guardando il rapporto Italiani nel mondo 2017 il quale sembra confermare il trend dei cervelli in fuga ossia 5 milioni di connazionali, in crescita nel 2016 rispetto al 2015, che hanno deciso di crearsi un futuro in un paese sconosciuto ma meno ingrato da questo punto di vista. Di questi almeno 1 milione e 163 mila hanno tra i 35 e i 49 anni e si trovano nel pieno dell’età da lavoro.

Di questo passo i giovani e meno giovani desiderosi di fuggire dall’oblio nostrano saranno altrove e l’Italia cosa farà quel punto?

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