Nonostante la multa dell’Agcom sembrano continuare le pratiche definite vessatorie della compagnia aerea low cost Blue Panorama, che negli ultimi anni avrebbe obbligato alcuni passeggeri ad acquistare un nuovo biglietto per la mancanza del secondo nome. Lo riporta Business Insider in un recente articolo. 

Un nuovo caso

Le frasi che i passeggeri si sono sentiti ripetere sono più o meno le stesse: “Ci dispiace, signore, ma lei su questo aereo non sale, perché sulla sua carta d’imbarco manca il secondo nome. L’unica possibilità è che lei acquisti seduta stante un nuovo biglietto per la modica cifra di 299 euro”. L’ultima segnalazione arriva da un 60enne che lo scorso 5 luglio doveva imbarcarsi su un volo della compagnia all’aeroporto Orio al Serio di Bergamo.

Si parla, addirittura, di quasi un passeggero su due che tra il 2017 e il 2019 è stato costretto a pagare la ristampa o ad acquistare direttamente il biglietto per il nome errato o incompleto. 

In realtà l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, aveva multato con 1 milione di euro la compagnia per questa pratica ma pochi giorni fa si è ripetuta ai danni di un 60enne che alla fine, nonostante le proteste, non è riuscito a salire sull’aereo per presunti problemi di sicurezza. L’Agcom, in riferimento alla motivazione usata dalle hostess della compagnia, aveva chiaramente risposto che  “la policy sul nominativo continuativamente applicata da BP con particolare rigore non risulta in alcun modo giustificata nei termini e nelle caratteristiche adottate  dagli obblighi comunicativi ad oggi imposti alle compagnie aeree a fini di controllo”. Nessun divieto di imbarco insomma se il passeggero non riporta nel biglietto il secondo nome, soprattutto se riferito alla sicurezza.

I fatti

Tra il 2017 e il 2019 sono stati tanti i casi di passeggeri che hanno dovuto ristampare per 50 euro il biglietto o in alcuni casi riacquistarli da capo, si parla di 30mila biglietti e di un guadagno davvero enorme per la compagnia.

Come riporta anche Business Insider, sembra che il sistema di prenotazione dei biglietti in alcune agenzie sia tarato per un certo numero di lettere e così quei passeggeri che hanno anche un secondo nome non riuscivano ad inserirle tutte e ciò determinava la penalità durante l’imbarco. 

Il caso del passeggero 60enne non sembra essere stato l’unico degli ultimi giorni. Anche per una coppia con una bambina che doveva imbarcarsi sullo stesso aereo era scattata la penalità per la mancanza del secondo nome nel biglietto della piccola. I genitori hanno così dovuto pagare per non rimanere a terra, mentre l’uomo non era riuscito a prendere il volo perchè, dopo aver deciso di pagare il nuovo biglietto, si era ritrovato il Pos non funzionante e quindi il volo era partito senza di lui. 

Poco più di un mese fa l’Antitrust aveva deciso di multare la compagnia come era stato riportato in una nota: « la condotta accertata ha riguardato l’applicazione ai consumatori di una penale consistente, in un primo tempo, nel pagamento di nuovo biglietto per poter usufruire del servizio già acquistato e, successivamente, di una fee di 50 euro per tratta, a fronte della non corretta registrazione in sede di prenotazione del nominativo del passeggero, specificamente per l’ipotesi di omissione dell’eventuale secondo/terzo nome o cognome oppure nel caso di alterazione/mancanza di alcune lettere». Ad oggi però la storia si è ripetuta. 

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