I tassi d’interesse sui conti deposito stanno risalendo. Ieri, i migliori sul mercato variavano da 0,50% a 1,30% lordo per i vincoli a 365 giorni. Insomma, meglio di qualche mese addietro, ma certamente non bene. Anche perché nel frattempo l’inflazione in Italia sfiora il 7%, mai così alta dal 1986. Il rendimento del BTp a 10 anni è salito al 3,40%. Di tutto questo sembra che le banche non stiano risentendone più di tanto. Com’è possibile che continuino ad offrire così poco, a fronte di un costo del denaro che sul mercato sta diventando ogni giorno più alto?

Conti deposito ancora avidi di tassi

L’apparente paradosso lo svela un solo dato: 1.858 miliardi di euro.

Sono i risparmi degli italiani lasciati nei conti bancari alla fine di aprile, più di tutto il PIL del 2021. Gli istituti di credito non hanno certo problemi di liquidità. E non solo perché i clienti di mese in mese vi accreditano sempre più denaro, ma anche perché la BCE non ha ancora iniziato ad alzare i tassi. Sapete quanti interessi pagano le banche commerciali nell’Eurozona per prendere denaro in prestito da Francoforte? Zero.

Onestamente, non si vede ragione per cui i conti deposito debbano diventare molto più fruttiferi di poco tempo fa. Anche perché di quel denaro le banche cosa se ne faranno? Esse lo impiegano abitualmente per prestarlo a famiglie e imprese. Ma l’economia europea sta cedendo il passo al rischio di recessione con l’inflazione alle stelle e la carenza persino di beni fondamentali come il grano. Ha senso prestare più soldi a soggetti che probabilmente nei prossimi mesi entreranno in seria difficoltà finanziaria?

La stretta BCE ancora deve iniziare

Insomma, i conti deposito offrono tassi ancora miseri per il semplice fatto che le banche non abbiano alcuna difficoltà per il momento a reperire liquidità sui mercati o a prestarsela tra di loro, né ne hanno bisogno più di tanto.

Ma a luglio la BCE i tassi li alzerà finalmente dopo undici anni. E’ probabile che questa decisione si ripercuoterà sui tassi passivi delle banche europee sin dall’estate. Non aspettiamoci offerte al 3-4%, perché questo non sembra essere lo scenario che ci si presenta davanti da qui a breve.

Oltretutto, l’alternativa pratica a rischio zero sarebbe per gli italiani comprare titoli di stato. I BoT a 12 mesi offrono ancora meno dello 0,40%. Per vedere quota 1% dobbiamo spostarci sulla scadenza a 2 anni. Il 2% lo troviamo per gli investimenti a 3 anni, il 3% per gli 8 anni. Le banche stanno avendo buon gioco a tirare al ribasso sui tassi, dato che possono fare il buono e il cattivo tempo. Ma la svolta sarebbe imminente. L’entità dipenderà dal vigore della stretta.

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