L’ultimo post di Di Maio sulla percentuale di rumeni immigrati che ruba ha suscitato polemiche e rischia di costare caro, in termini di popolarità ma anche di querele, al vicepresidente della Camera. Non è la prima volta che uno dei volti più famosi del Movimento 5 Stelle finisce nel mirino per via di dichiarazioni imbarazzanti: dopo l’uscita sul “venezuelano Pinochet” e il riferimento alla “lobby dei malati di cancro”, ora Di Maio rischia di inimicarsi i rumeni in Italia. Gaffe o strumentalizzazione mediatica?

Di Maio e i numeri sui rumeni criminali: ecco la verità

Facciamo chiarezza partendo proprio dal post di Di Maio sui rumeni che ha fatto scoppiare il caso.

L’aspirante futuro premier a 5 stelle ha scritto sulla sua pagina Facebook “Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese, i nostri capitali, l’Italia ha importato dalla Romania il 40 per cento dei loro criminali”.

Un incidente diplomatico che ha scatenato subito i commenti degli immigrati: ricordiamo che i romeni rappresentano una delle comunità straniere più corpose in Italia (secondo i dati Istat aggiornati al 2014 i residenti sono circa 1 milione 131 mila, ovvero più o meno il un quarto del totale degli stranieri). Parole che pesano come macigni sugli elettori 5stelle di origine romena. Di Maio non nasconde la mano che ha lanciato il sasso e conferma di essersi limitato a riportare i dati del governo di Bucarest. Per smorzare i toni di una polemica che rischia di assumere contorni politici e di essere facilmente strumentalizzata, Di Maio puntualizza (sempre ricorrendo al canale Facebook): “La storia del 40 per cento di ricercati rumeni in Italia non la dico io: lo disse nel 2009 l’allora ministro rumeno della Giustizia Catalin Predoiu, dato confermato l’altro giorno dal procuratore di Messina Ardita”.

E poi aggiunge “impariamo dai rumeni, che scoraggiano i delinquenti e attirano le imprese.

È quello che voglio per il nostro paese”.