La riapertura dei negozi il 18 maggio, un pò come quella di ristoranti e parrucchieri il 1 giugno, ha scatenato parecchie polemiche da parte dei lavoratori del settore che rischiano la perdita del posto di lavoro. E intanto la nota catena di abbigliamento H&M ha deciso di chiudere alcuni negozi nel nostro paese.

A rischio 35 mila posti di lavoro

La chiusura da oltre due mesi dei negozi appare drammatica per il settore. Secondo Renato Borghi, il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Abbiamo bisogno di ripartire il prima possibile per far fronte alle necessità di cassa di un settore che vive sulla stagionalità. Questo ulteriore slittamento creerà un danno irreparabile: un prevedibile calo di consumi per il 2020 di oltre 15 miliardi di euro che porterà almeno 17 mila punti vendita ad arrendersi, con una perdita di occupazione di oltre 35 mila persone. Ora urgono liquidità vera attraverso contributi a fondo perduto, zero burocrazia e una moratoria fiscale e contributiva al 30 settembre”.

La Federazione ha sottolineato che i negozi hanno acquistato la merce molti mesi fa, merce che è ancora imballata e che rischia di rimanere invenduta, oltre alla difficoltà per i negozianti di pagare i fornitori a causa della mancanza di liquidità.

La chiusura di alcuni punti vendita H&M

Nel frattempo, la nota catena di abbigliamento H&M ha deciso di chiudere in maniera definitiva 8 negozi in seguito alla crisi causata anche dal coronavirus. Ad abbassare per sempre le saracinesche sono due negozi di Milano, in corso Buenos Aires in via Torino, e uno a Udine. Questi punti vendita non riapriranno neppure dal 18 maggio, mentre dal 9 agosto chiuderà il negozio a Grosseto, dal 9 novembre quelli di Gorizia, Vicenza, Bari e Bassano del Grappa. A rischiare sono circa 200 lavoratori.

La crisi di H&M è il simbolo di un problema più grande per la fast fashion, un settore dove la moda low cost va a braccetto con store quasi sempre affollati, un sistema che dopo il lockdown non sarà più praticabile.

Anche quando riapriranno infatti, questi negozi non potranno più ospitare molte persone dovendo rispettare le norme del distanziamento sociale e le conseguenze, considerando anche i prezzi bassi a cui sono venduti i capi, sono facilmente immaginabili. Secondo la rivista Quartz, già negli ultimi anni alcuni colossi della moda low cost avrebbero perso appeal e subito cali di vendite non indifferenti. Per H&M insomma, la crisi provocata dal coronavirus potrebbe essere solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

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