Anche ieri sera l’editoriale di Marco Travaglio ha trovato spazio durante la puntata di Servizio Pubblico su La 7. Il giornalista torna a riflettere sulla situazione politica italiana commentando le notizie degli ultimi giorni e facendo un parallelo tra il nostro Paese e gli Stati esteri. “Siamo nel 2014 ancora a domandarci che fine farà il detenuto Berlusconi. In un altro paese sarebbe in galera”, dice con un filo di rassegnazione. A sostegno della sua teoria cita il caso della ministra inglese Miller che per un rimborso si è dimessa.

    Daniela Santanché parla di disinformazione: “Ogni volta nei talk show si parla della fine di Berlusconi, ma nei sondaggi Forza Italia è intorno al 22%” (si dimentica però di fare presente il sorpasso del Movimento 5 Stelle che è diventato il secondo partito). E, sul ruolo ancora attuale dell’ex Cavaliere, ricorda “Renzi non sarebbe mai stato nominato a Palazzo Chigi se non ci fosse stato il patto con Berlusconi sulle riforme”. Travaglio ribatte: “Perfino la legge scritta da Minzolini sul Senato è migliore di quella di Renzi, Verdini e Berlusconi”. Durante la puntata si parla anche ora della fronda interna al Pd, da Civati a Mineo, che ha ammesso di essere pronta a collaborare con il M5S. Meli difende il Presidente del Consiglio: “Renzi la dice un po’ da bullo, ma ha ragione: quelli del Pd rientreranno. Civati mi ha detto: ‘non me ne frega niente della battaglia, ma la faccio’”. Travaglio dice la sua: “In Italia i partiti maggioritari sono padronali, servirebbe una riforma. Forse sarebbe il caso di chiedersi se gli italiani chiedono l’abolizione del Senato e non quelle delle elezioni per il Senato”. Ma l’argomento principale dell’intervento di Marco Travaglio ieri sera è stata l’evasione fiscale. Il giornalista, conti alla mano, osserva: “Se gli evasori fiscali in Italia sono 11 milioni, o ne abbiamo uno in famiglia o poco ci manca”. E poi ricorda che si tratta di aventi diritto al voto.
Il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano quindi punta il dito contro la tolleranza verso l’evasione: “Tranne qualche tentativo poi abortito di Prodi e Visco nessuno ha fatto la guerra all’evasione fiscale”. Un primo passo potrebbe essere l’uniformità di giudizio tra i vari Paesi dell’Europa per evitare flussi di evasori da uno Stato all’altro.