Il momento che mercato criptovalutario sta attraversando non è sicuramente dei migliori, soprattutto dopo il fallimento del broker crypto FTX. Il prezzo di Bitcoin (BTC) è sceso di oltre il 61% nel 2022, passando da quasi 42 mila euro di inizio gennaio a poco più di 16.200 euro di inizio dicembre. Le performane a 1 anno sono ancora peggiori, con un crollo di oltre il 67% della quotazione di BTC.

In questo contesto è complicato effettuare delle previsioni. Soprattutto considerando il ruolo di Bitcoin strettamente connesso a quello di tutto il settore delle criptovalute.

Secondo quanto riportato sul sito di mercati24, portale specializzato nella formazione finanziaria, il prezzo di Bitcoin potrebbe scendere ancora nei prossimi mesi. Accentuerebbe così le difficoltà del mercato crypto che risultano ormai sempre più evidenti.

L’investitore crypto Mark Mobius, ad esempio, prevede un possibile crollo della quotazione fino a 10 mila euro, come rivelato durante un’intervista rilasciata a Bloomberg. Secondo Ulrich Bindseil, direttore generale della divisione infrastruttura di mercato e pagamenti della BCE, e Jürgen Schaafe, advisor della Banca Centrale Europea, il destino di Bitcoin è quello di diventare irrilevante. Nonostante ciò, diversi paesi stanno dando corso legale ai pagamenti in criptovalute, tra cui BTC.

Il monito della Banca Centrale Europea su Bitcoin e il caso FTX

L’articolo pubblicato di recente da due importanti esponenti dell’Eurotower non è una novità. La BCE, infatti, demolisce sistematicamente da sempre le criptovalute. La prima critica riguarda l’impossibilità di classificare Bitcoin come mezzo di pagamento. Nonostante nasca per decentralizzare le transazioni e superare l’attuale sistema monetario, secondo la BCE verrebbe usato di rado per pagamenti legali. Non offrirebbe infatti performance ottimali in quanto metodo per le transazioni finanziarie lento e costoso.

Gli autori del post indicano anche come Bitcoin non sarebbe nemmeno un investimento, poiché non offre dividendi come le azioni né flussi di cassa come gli immobili.

Inoltre, non sarebbe in grado di produrre benefici per la società come l’oro, oppure fare un utilizzo produttivo della risorsa come avviene con le materie prime. L’articolo evidenzia invece la componente speculativa su Bitcoin, il fatto che l’innovazione non sia sempre positiva e migliorativa. Ma anche che regolamentare non significa approvare Bitcoin, ma limitare i rischi per gli investitori più vulnerabili.

Gli esponenti della BCE hanno lanciato un monito alle banche. Secondo gli autori dell’articolo, potrebbero perdere credibilità offrendo servizi di investimento legati alle criptovalute. Il potenziale danno alla reputazione degli istituti di credito. Ciò potrebbe verificarsi in caso di ulteriori perdite, qualora nel mercato criptovalutario dovessero capitare altri eventi come il default di FTX, uno dei principali player del settore a livello globale.

L’azienda, attiva nello scambio di criptovalute, è fallita dopo i timori di possibili frodi e il rifiuto al salvataggio da parte di Binance (l’exchange cinese di criptovalute più grande al mondo). Ora, l’ex CEO Sam Bankman-Fried sta affrontando un processo per frode negli Stati Uniti. L’evento ha scosso profondamente il mercato crypto, causando perdite enormi a migliaia di investitori e diverse società di investimento blasonate come Sequoia Capital.

Nonostante critiche e timori le criptovalute avanzano

Anche se il mercato delle criptovalute sta attraversando la sua peggiore crisi dalla creazione di Bitcoin nel 2009, le crypto continuano a essere apprezzate da molti investitori e acquisiscono visibilità a livello globale. Una posizione che ha fatto discutere è quella del governo di El Salvador. Dopo essere stato il primo paese al mondo a dare corso legale a Bitcoin e aver subito importanti perdite, continua a snobbare i rischi e ha allargato il progetto ad altre criptovalute.

Oltre all’investimento fallimentare di El Salvador, che non sembra preoccupare il presidente Bukele, le criptovalute sono state legalizzate dal parlamento del Brasile che ha appena approvato una legge ad hoc.

Il paese sudamericano ha riconosciuto i pagamenti con le crypto, regolamentandone l’utilizzo per le transazioni finanziarie. Un approccio meno sprovveduto rispetto a quello adottato dal governo di El Salvador, ma che comunque porta i pagamenti in criptovalute sotto la supervisione della Banca Centrale del Brasile.

Intanto anche Fidelity, società internazionale specializzata nelle soluzioni di investimento presente anche in Italia, ha inaugurato un servizio di trading di Bitcoin per i suoi clienti, andando contro alla posizione assunta dalla BCE in merito. Senza dubbio lo scenario per Bitcoin e le criptovalute appare molto incerto in questo momento, con posizioni estremiste da entrambi i lati. Tuttavia, è innegabile l’aumento del rischio negli investimenti sul Bitcoin e la necessità di una maggiore prudenza da parte degli investitori retail.