Salta l’intervista Sky: Beppe Grillo dà forfait alla tv cancellando all’ultimo minuto l’esclusiva con l’emittente privata. Il leader del Movimento 5 Stelle rende nota la sua decisione con un tweet, affidandosi, come nel suo stile, alla rete.   Le telecamere Sky, in cerca di risposte, circondando comunque il suo camper prima del comizio serale in piazza a Genova.  

 

Perché Grillo non è andato in tv?

  Nella nota di Sky si legge che il dietrofront di Grillo è avvenuto “senza evidenti motivi”.

Eppure è chiaro che si tratta di una scelta meditata.   Come prevedibile la rinuncia di Beppe Grillo all’esclusiva Sky ha scatenato la reazione dei leader politici in corsa alle elezioni. In molti avranno tirato un sospiro di sollievo ma di fronte alle (da loro tanto amate) telecamere cercano di portare a casa qualche punto. Da piazza Duomo a Milano Bersani incalza “Grillo non va in tv perché là qualche domandina devono fartela”. Ma quale domanda potrebbe mettere in difficoltà il leader del Movimento 5 Stelle. Bersani non trova niente di meglio che il riferimento ad una presunta gaffe già superata: “A Bologna come hai osato fare cenno a Berlinguer e poi a Roma stringere le mani a Casa Pound?” Anche i montiano seguono la strada della provocazione: un tweet di Scelta Civica incalza “Monti chiede il dibattito. Grillo rifiuta anche le interviste. Questione di stile”    

Grillo spiega perché non andrà in tv

  In molti tornano ad accusarlo di temere le telecamere ma il blogger genovese spiega le ragioni della sua decisione in un post sul suo sito: in un video scorrono le immagini delle apparizioni in tv di Bersani, Berlusconi e Monti e, in contrapposizione, le panoramiche delle piazze gremite di gente durante lo “Tsunami tour”. L’obiettivo del filmato è quello di mettere in evidenza due modi diversi di fare campagna elettorale.

Il primo è serviti e riveriti nei salotti tv magari con trasmissioni “cucite addosso”. Noi preferiamo il secondo nelle piazze, tra la gente. Perché la politica è della gente”.   E in effetti non si vede come una scaletta di domande concordate possa mettere in difficoltà più di una piazza colma di gente in cerca di risposte o della rete a cui nulla sfugge. Grillo non appare pentito del suo dietrofront: “I politici vanno in tv, ma che cosa ci vanno a fare? Io ho rifiutato, e credo di aver fatto bene. Questi vanno e poi dicono tutto e il contrario di tutto. Sono dei ridicoli, devono andare a casa”.   I grillini si dividono: c’è chi sostiene la scelta di dare voce alle piazze, chi è convinto che si tratti di una mossa strategica e chi invece teme che possa far perdere punti e credibilità al Movimento.