Il report dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), intitolato programmaticamente ‘Italia: la Repubblica dell’Amianto’, in uscita in questi giorni, può essere riassunto in questo modo: nel nostro paese, si continua e si continuerà a morire per malattie connesse all’amianto per i prossimi 130 anni, in quanto le bonifiche, per quanto concerne ben 40 milioni di tonnellate di materiali tossici disseminati in tutto il territorio nazionale, dureranno, con i ritmo attuali per ben 85 anni. Ma sono i dati epidemiologici a far sussultare: ogni anno morirebbero circa 6mila persone per patologie connesse all’esposizione all’amianto, dal cancro ai polmoni, al mesotelioma, passando per tumori a faringe, laringe, fegato, stomaco, esofago, retto, colon e ovaie, senza dimenticare l’asbestosi e le sue complicanze di carattere cardiocircolatorio.

Imbottite di amianto sono anche e soprattutto le scuole che ospitano 350mila studenti e 50mila docenti. Un bollettino di guerra.

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Amianto a scuola: la situazione è drammatica

L’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha rilasciato un’intervista a Radio Cusano Campus, all’interno della quale definisce i termini drammatici del problema. Iniziamo con il primo dato: su 2297 scuole contattate per la questione ‘amianto’, soltanto 789 hanno risposto positivamente mettendosi a disposizione per controlli approfonditi ed eventualmente per una bonifica. Inoltre, sono ogni anno decine i professori che muoiono di patologie collegabili all’amianto, per cui la connessione sembra essere più che accertata. L’emergenza è dunque non solo di carattere sanitario e, ovviamente, giudiziario, ma anche sociale ed economica. Le malattie connesse all’esposizione all’amianto sono invalidanti e necessitano di cure molto costose e a carico dello Stato: la necessità di assistenza e terapie è elevatissima. Inoltre, è un problema anche di ordine ‘psicologico’: le famiglie di un malato a causa dell’amianto assistono a una delle morti più atroci in assoluto.

Ma cosa fa la politica? E quali le proposte dell’ONA?

Amianto a scuola e non solo: cosa fa la politica?

L’Italia si è dotata di una legge che mette al bando la commercializzazione dell’amianto già nel 1992: si tratta di una decisione, all’epoca, avanguardistica. Ebbene, ci troviamo però in Italia e la normativa non prevede l’obbligo di rimozione e la confusione legislativa per quanto concerne il monitoraggio, la mappatura e le bonifiche è elevatissima. Inoltre, la rimozione dell’amianto è una procedura piuttosto costosa e lo Stato non ha mai messo in campo risorse economiche e finanziarie sufficienti.

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L’Organizzazione Nazionale Amianto ritiene che siano queste le procedure che dovrebbero essere messe in campo nel più breve tempo possibile: innanzitutto, un piano di mappatura e bonifica che permetta la prevenzione primaria, dunque la possibilità che le nuove generazioni non siano esposte ai medesimi rischi di quelle che le hanno precedute; in secondo luogo, sorveglianza sanitaria e ricerca scientifica in vista di diagnosi precoci e maggiori possibilità di cura; infine, punizioni esemplari per i colpevoli e il risarcimento e l’assistenza per i lavoratori che si ammalano e i loro familiari.