Senza che nessun animale ne abbia a soffrire, ecco la novità dal mondo dell’alimentazione: la strada segnata è quella della carne artificiale in laboratorio e in questo business si è lanciato anche Bill Gates. Sembra, infatti, che utilizzando anche soltanto poche cellule, è possibile ricreare in laboratorio soltanto il pezzo di carne di interesse: in questo modo, si ridurrebbe l’impatto ambientale che la ‘produzione’ canonica di carne implica, nonché i problemi etici nei confronti degli animali e le questioni concernenti la salute (se pensiamo a tutti gli scandali che, quasi quotidianamente, vengono fuori).

Analisi – Alimentazione, ecco da dove arrivano i cibi che mangiamo: rischi per la salute e distruzione del ‘made in Italy’ – dati Coldiretti.

La produzione di carne ‘canonica’ non è più sostenibile

Analizziamo qualche dato: la popolazione mondiale si troverà ad essere nel 2050 di circa 10 miliardi e il consumo di carne (la domanda nei paesi in via di sviluppo) è crescente. Consideriamo, poi, che il 18% delle emissioni di gas serra sono connesse agli allevamenti industriali, così come 1/3 della terra è utilizzata per il pascolo degli animali. La carne in laboratorio, la carne sintetica, la carne ‘geneticamente’ prodotta, insomma, come la si vuole chiamare, potrebbe avere degli usi molto importanti: limitare gli allevamenti industriali (sul piano ambientale e sul piano ‘etico’ sicuramente un passo in avanti), nonché accrescere la produzione in vista dell’accrescimento della domanda.

Carne sintetica: Bill Gates ha adocchiato l’affare

Sembra che la commercializzazione della carne sintetica sia davvero prossima: la data del presunto lancio sarebbe il 2020. L’azienda è la Memphis Meats e ha appena raccolto ben 22 milioni di dollari di investimenti per la ricerca da parte di personalità come Bill Gates e Richard Branson. Il resto, poi, è strategia di mercato: come rendere appetibile una bistecca artificiale? Alla Memphis Meats giurano che avrà il medesimo sapore della carne ‘originale’ e il tutto si gioca sulla comunicazione.

Da un lato, si farà leva sulle esigenze ambientaliste sempre più sentite dalle persone, e dall’altro attraverso una pubblicizzazione che mostri piatti appetibili e gustosi. Insomma, il futuro è questo: prendere o lasciare! Sempre che, alla fin fine, non vogliate divenire vegetariani o vegani (almeno fino a quando non saremo costretti a ricreare in laboratorio anche patate e pomodori!).