Il 31 ottobre (oggi) rappresenta una data importante nel calendario tributario italiano: è il giorno in cui si chiude il cosiddetto tris delle dichiarazioni fiscali. In questa data, infatti, scadono i termini per l’invio dei principali modelli dichiarativi relativi all’anno d’imposta 2024, ossia il Modello Redditi 2025, il Modello IRAP 2025 e il Modello 770/2025.
Si tratta di adempimenti cruciale per imprese, professionisti, contribuenti comuni e sostituti d’imposta, poiché da queste comunicazioni dipende la corretta gestione dei rapporti fiscali con l’Agenzia delle Entrate.
Modello Redditi 2025: chi deve presentare la dichiarazione fiscale
Il Modello Redditi 2025 riguarda tutti coloro che devono dichiarare i redditi percepiti nel corso del 2024 e che non hanno utilizzato il modello 730/2025 entro il termine del 30 settembre 2025.
All’interno della dichiarazione vanno inseriti non solo i redditi derivanti da lavoro, impresa o altre fonti, ma anche tutte le spese detraibili e deducibili sostenute durante l’anno fiscale. Tra queste rientrano le spese sanitarie, spese universitarie, spese sportive per i figli, spese ristrutturazione edilizia e altre voci che consentono di ridurre l’imposta dovuta.
Se dal modello emerge un credito d’imposta, il contribuente può scegliere tra due opzioni:
- richiedere il rimborso, che verrà accreditato sul conto corrente indicato all’Agenzia delle Entrate o, in alternativa, inviato tramite assegno vidimato;
- utilizzare il credito in compensazione, per estinguere altri debiti fiscali o contributivi.
Nel caso contrario, ossia se dalla dichiarazione risulta un debito, l’importo dovuto deve essere versato tramite Modello F24. Chi non avesse effettuato il pagamento nei tempi previsti può ricorrere al ravvedimento operoso, così da regolarizzare la propria posizione con sanzioni ridotte.
Modello IRAP 2025: l’imposta regionale sull’attività produttiva
Accanto al Modello Redditi, la scadenza del 31 ottobre coinvolge anche il Modello IRAP 2025, che riguarda l’imposta regionale sulle attività produttive riferita al periodo d’imposta 2024.
Il presupposto dell’IRAP è rappresentato dall’esercizio abituale, sul territorio di una regione, di attività autonomamente organizzate finalizzate alla produzione o allo scambio di beni e servizi.
Sono soggetti all’imposta non solo le imprese che svolgono attività economiche organizzate, ma anche società, enti pubblici e amministrazioni dello Stato. Il modello IRAP serve, quindi, a calcolare e dichiarare la base imponibile e l’importo dovuto alla Regione di competenza, con modalità esclusivamente telematiche.
Dichiarazioni fiscali, anche il Modello 770/2025: obblighi per i sostituti d’imposta
Il terzo adempimento riguarda il Modello 770/2025, riservato a tutti i soggetti che, nel corso del 2024, hanno effettuato ritenute alla fonte su compensi, redditi o utili distribuiti. Sono tenuti a presentarlo, ad esempio, i datori di lavoro, gli intermediari finanziari e i professionisti che hanno operato trattenute fiscali su somme corrisposte a terzi.
Nel modello vanno indicati:
- i dettagli delle ritenute effettuate e dei relativi versamenti;
- eventuali compensazioni di crediti d’imposta;
- le somme liquidate a seguito di pignoramenti presso terzi;
- i dati relativi a operazioni finanziarie o dividendi distribuiti.
Si tratta di una dichiarazione complessa, che richiede la massima precisione nella compilazione per evitare errori e successive contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria.
Modalità di invio delle dichiarazioni fiscali
Tutti e tre i modelli — Redditi, IRAP e 770 — devono essere trasmessi esclusivamente in via telematica. Sono previste due modalità operative:
- invio diretto da parte del contribuente tramite i canali messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (Entratel o Fisconline);
- trasmissione tramite intermediari abilitati, come commercialisti, consulenti del lavoro o centri di assistenza fiscale (CAF).
Questa digitalizzazione delle dichiarazioni fiscali garantisce maggiore tracciabilità e velocità di elaborazione, ma impone anche attenzione ai tempi e alle modalità di invio.
Dichiarazioni tardive: la possibilità di regolarizzare entro 90 giorni
Chi non riesce a rispettare la scadenza di oggi, 31 ottobre, ha comunque una seconda opportunità. La normativa consente, infatti, di presentare le dichiarazioni fiscali tardive entro 90 giorni, ossia fino al 29 gennaio 2026.
Per sanare l’invio oltre il termine, è necessario versare una sanzione ridotta di 25 euro per ogni modello presentato in ritardo, utilizzando il codice tributo 8911 nel Modello F24. In pratica:
- se vengono trasmessi in ritardo tutti e tre i modelli (Redditi, IRAP e 770), la sanzione complessiva sarà di 75 euro;
- se solo uno dei modelli viene inviato oltre la scadenza, la multa sarà limitata a 25 euro.
Questa misura rappresenta un modo per evitare conseguenze più gravi, purché l’adempimento sia completato entro i termini dei 90 giorni.
Le conseguenze della mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali
Diverso è il caso in cui la dichiarazione non sia trasmessa nemmeno entro il 29 gennaio 2026. In tal circostanza si configura una omissione dichiarativa, che comporta sanzioni molto più pesanti e la perdita della possibilità di regolarizzarsi tramite ravvedimento.
L’Agenzia delle Entrate può procedere d’ufficio, applicando penalità proporzionate all’importo delle imposte non dichiarate e richiedendo il pagamento dei tributi dovuti con interessi e sanzioni aggiuntive.
Riassumendo
- Il 31 ottobre (oggi) scadono Modello Redditi, IRAP e 770 per l’anno d’imposta 2024.
- Il Modello Redditi include redditi, spese detraibili e crediti o debiti d’imposta.
- Il Modello IRAP riguarda attività produttive esercitate abitualmente sul territorio regionale.
- Il Modello 770 è riservato ai sostituti d’imposta che operano ritenute e versamenti.
- Le dichiarazioni fiscali devono essere inviate telematicamente tramite l’Agenzia Entrate o intermediari.
- Entro 90 giorni è possibile invio tardivo con sanzione ridotta di 25 euro.