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Oggi: 05 Dic, 2025

Detrazioni casa in 5 anni, l’idea di Giorgetti per favorire il ceto medio

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, starebbe rivedendo l'entità delle detrazioni per la casa, accorciandone la durata.
3 mesi fa
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Detrazioni casa, novità in arrivo
Detrazioni casa, novità in arrivo © Pixabay

La legge di Bilancio è tutto un cantiere, come sempre ogni anno in questa fase. L’idea che prende corpo è il taglio dell’IRPEF a favore del secondo scaglione di reddito, compreso tra 28.000 e 50.000 euro. L’aliquota scenderebbe dal 35% al 33% e il tetto verrebbe innalzato a 60.000 euro. Il beneficio maggiore lo otterrebbero proprio coloro che dichiarassero almeno 60.000 euro, in quanto risparmierebbero il 2% sui 22.000 euro di reddito dell’attuale secondo scaglione e ben il 10% sugli ultimi 10.000 euro, che verrebbero sottratti al terzo scaglione del 43%. Ma tale beneficio rischia di venire sterilizzato, se allo stesso tempo il legislatore rivedesse le detrazioni per coloro che dichiarano redditi medio-alti.

Ecco perché sarebbe allo studio una revisione, tra le altre cose, delle detrazioni sulla casa. Obiettivo: favorire una volta tanto il ceto medio.

Redditi medio-bassi finora avvantaggiati

Con l’accorpamento del primo e secondo scaglione, i risparmi ammontano per i contribuenti fino ad un massimo di 260 euro. Coloro che oggi dichiarano fino a 28.000 euro, pagano il 2% in meno per la parte di reddito superiore ai 15.000 euro. Per finanziare la misura, tuttavia, fu introdotta una franchigia di 260 euro per le detrazioni dei contribuenti con redditi superiori ai 50.000 euro. E’ successo, quindi, che il legislatore ha favorito con una mano i redditi medio-bassi, mentre con l’altra ha sterilizzato il minore gettito grazie ai redditi più alti. Il beneficio per questi ultimi è stato complessivamente nullo.

Ipotesi allo studio

Ora che sarebbe arrivato il momento del ceto medio, nel mirino del governo vi sarebbero le detrazioni per la casa. Già da quest’anno sono scese al 50% per le prime case e al 36% per le seconde. Per l’anno prossimo dovrebbero scendere ancora rispettivamente al 36% e al 30%.

Ma avanza un’altra ipotesi. Mantenerle al 50%, al contempo dimezzandole da 10 a 5 anni. Ad esempio, una ristrutturazione sulla prima casa di 30.000 euro viene oggi scaricata dalle imposte per 15.000 euro in 10 anni, cioè per 1.500 euro all’anno. Se passasse l’ipotesi allo studio, il contribuente scaricherebbe 3.000 euro all’anno per 5 anni.

Detrazioni casa in 5 anni, ecco perché

Quale sarebbe la logica? Accorciando la durata per le detrazioni casa, alcuni contribuenti non riuscirebbero a scaricarle del tutto per via dell’incapienza fiscale. Chi ha redditi medio-bassi, infatti, paga minori imposte e può avvantaggiarsi solo in parte delle detrazioni concesse dalle leggi. In questo modo, lo stato risparmia qualcosa. Questi risparmi contribuirebbero al finanziamento del taglio IRPEF sopra i 28.000 euro, questa volta senza più intaccare le detrazioni per la fascia di reddito più alta.

Se vogliamo, l’operazione smette di premiare molti evasori fiscali. Potendo spalmare in 10 anni le detrazioni, sulla casa così come su altre spese ammesse, riescono ad essere capienti anche dichiarando poco. Non lo sarebbero accorciando la durata a 5 anni. Per il momento, tuttavia, è solo un’ipotesi allo studio. L’ultima parola l’avrà il Parlamento e sapremo effettivamente come saranno andate le cose solo a ridosso della notte di San Silvestro.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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