Senza crescita, Jobs Act non può fare di più
Sempre per Confindustria, quest’anno il tasso di disoccupazione medio sarà dell’11,5%, scendendo di poco all’11,2% nel 2017. Entro la fine del prossimo anno, il numero degli occupati dovrebbe salire a 23,9 milioni di unità, ma restando di 1,28 milioni al di sotto del livello pre-crisi, in risalita di 730.000 unità rispetto al 2013, quando è stato toccato il punto più basso con la crisi.
D’altronde, Confindustria ha parlato chiaro: di questo passo, torneremo ai livelli di ricchezza pre-crisi solo nel 2028, cioè dopo ben 21 anni, quando già ne abbiamo persi ad oggi una quindicina dall’inizio del Millennio, non crescendo, contrariamente alle altre economie europee. Con il Jobs Act sono stati creati 430.000 posti di lavoro, di cui l’80% a tempo indeterminato. Un mezzo miracolo in tempi di crescita zero, ma nemmeno la migliore legge del mondo potrebbe fare di più, se la produzione non cresce. D’ora in avanti rischiamo una pericolosa inversione di tendenza (leggi anche: Crisi lavoro, numeri sotto governo Renzi)