La disciplina fiscale applicabile ai compensi sportivi percepiti nell’ambito del dilettantismo ha subito una significativa evoluzione con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 36 del 2021. Tale riforma, parte integrante della revisione del lavoro sportivo, introduce criteri chiari e benefici rilevanti per chi opera nel settore non professionistico.
Un caso emblematico è rappresentato da giovani atleti o collaboratori sportivi che ricevono remunerazioni modeste per la propria attività. Proprio in quest’ottica è utile chiarire se e quando tali somme devono essere dichiarate nel modello 730 per l’anno successivo.
La soglia di esenzione fiscale per i compensi sportivi dilettantistici
Uno dei punti cardine introdotti dal D.
lgs. 36/2021 riguarda l’esclusione parziale da imposizione fiscale dei compensi sportivi erogati in ambito dilettantistico. In particolare, l’articolo 36, comma 6, stabilisce che i redditi derivanti da prestazioni di lavoro sportivo dilettantistico non concorrono alla formazione del reddito imponibile fino a un limite annuale di 15.000 euro.
Questo significa che, se nel corso dell’anno solare i compensi percepiti non superano tale soglia, non sussiste alcun obbligo di versamento di imposte né di dichiarazione di tali introiti ai fini IRPEF.
Nel caso in cui un soggetto abbia percepito, ad esempio, un importo pari a 4.500 euro nel 2024 per attività sportiva dilettantistica, non vi è alcun obbligo di indicare tale somma nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno d’imposta 2024, ovvero il Modello 730/2025 o Modello Redditi PF 2025.
Obblighi documentali: l’autocertificazione del lavoratore sportivo
Nonostante la parziale esenzione fiscale, la normativa prevede specifici adempimenti a carico del lavoratore sportivo dilettante. In particolare, il comma 6-bis dell’articolo 36 dispone che, al momento dell’erogazione del compenso, il beneficiario deve rilasciare una autocertificazione.
In tale documento egli deve dichiarare l’ammontare totale dei compensi ricevuti, riferiti alle prestazioni sportive svolte nell’anno solare in corso.
L’obiettivo di questo adempimento è duplice: da un lato, consente al soggetto pagatore di verificare che l’importo corrisposto non determini il superamento del limite esente; dall’altro, garantisce trasparenza e tracciabilità nei rapporti tra lavoratori sportivi e associazioni o enti sportivi dilettantistici.
Inquadramento fiscale dei compensi sportivi
Un elemento di novità introdotto dalla riforma riguarda anche la riclassificazione del reddito derivante da attività sportiva. In precedenza, tali compensi rientravano nella categoria dei “redditi diversi”, come previsto dall’articolo 67 del TUIR. Tuttavia, l’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate nella risposta n. 474/2023 ha chiarito che, con l’entrata in vigore delle nuove norme, i compensi sportivi devono ora essere ricondotti tra i redditi di lavoro dipendente, assimilato o autonomo, a seconda della natura del rapporto.
Pertanto, la classificazione fiscale dei compensi percepiti dipende dalla tipologia contrattuale stipulata tra il lavoratore sportivo e l’organizzazione sportiva. Nel caso di collaborazione continuativa e coordinata, ad esempio, si tratterà di reddito assimilato a quello di lavoro dipendente. Al contrario, in presenza di prestazioni occasionali o senza vincolo di subordinazione, il reddito sarà considerato di natura autonoma.
Dichiarazione dei compensi sportivi nel modello 730/2025
Considerando i principi delineati, appare evidente che il solo superamento della soglia di 15.000 euro costituirà condizione sufficiente per l’inclusione dei compensi sportivi nella dichiarazione dei redditi.
Per importi inferiori, come nel caso di chi ha percepito 4.500 euro nel 2024, non vi è alcun obbligo di indicazione nel Modello 730/2025, proprio perché si resta all’interno della fascia di esenzione prevista.
Va però sottolineato che, sebbene tali somme siano fiscalmente irrilevanti, è comunque fondamentale che il lavoratore sportivo rispetti l’obbligo dell’autocertificazione annuale. Inoltre, le associazioni o società sportive che corrispondono tali compensi devono annotare correttamente gli importi erogati nei propri registri contabili. E conservarne la relativa documentazione per eventuali controlli futuri.
Riassumendo
- I compensi sportivi dilettantistici fino a 15.000 euro annui non sono tassati.
- Nessun obbligo di dichiarazione nel 730/2025 se non si supera la soglia.
- Serve un’autocertificazione al momento del pagamento dei compensi.
- I compensi rientrano tra redditi da lavoro dipendente, autonomo o assimilato.
- Tracciabilità e documentazione restano obbligatorie per enti sportivi e lavoratori.