È possibile ottenere 700 euro di pensione anche dopo pochi anni di lavoro? Come cantava Lucio Dalla con il brano Balla balla ballerino: “Prendi il cielo con le mani, vola in alto più degli aeroplani, non fermarti. Sono pochi gli anni, forse sono solo giorni e stanno finendo tutti in fretta e in fila, non ce n’è uno che ritorni. Balla, non aver paura”.
Un vero e proprio invito a vivere intensamente, senza paura, perché gli anni passano in fretta e non tornano indietro.
Una verità che tocca il cuore, soprattutto per chi si guarda indietro dopo una vita fatta di lavori saltuari, impieghi a tempo determinato o attività discontinue.
Non tutti, infatti, arrivano all’età della pensione con carriere lunghe e contributi pieni. Una situazione complicata, che porta a chiedersi se sia possibile ottenere una pensione dignitosa anche con pochi anni di lavoro. Ebbene, la riposta in alcuni casi è positiva. Esistono, infatti, delle misure di tutela sociale pensate proprio per chi ha lavorato poco o ha versato pochi contributi e si trova in condizioni economiche svantaggiate oppure ha raggiunto determinati requisiti anagrafici.
Come ottenere 700 euro di pensione anche dopo pochi anni di lavoro
Stando all’attuale normativa un soggetto ha diritto alla pensione di vecchiaia ordinaria a patto di avere un’età pari ad almeno 67 anni. E alle spalle vent’anni di contributi. Anche chi ha versato meno anni di contributi, però, ha diritto ad una vita dignitosa. Per questo motivo lo Stato mette in campo delle misure ad hoc, volte a sostenere i soggetti più bisognosi. In particolare chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995 e rientra nel cosiddetto sistema contributivo puro, può accedere alla pensione di vecchiaia contributiva all’età di 71 anni pur avendo soltanto 5 anni di contributi effettivi.
Per capire meglio come funziona tale meccanismo, supponiamo che un lavoratore percepisca uno stipendio lordo pari a 20 mila euro annui. In cinque anni il soggetto interessato accumula circa 33 mila euro di contributi. Utilizzando il coefficiente di trasformazione, che all’età di 71 anni è pari al 6,466%, si ottiene una pensione pari a 2.133,78 euro lordi all’anno, ovvero 177,82 euro lordi al mese.
Redditi bassi? Ecco come funziona l’assegno sociale nel 2025
Un assegno basso che non consente ovviamente di vivere una vita dignitosa. In tale ambito, fortunatamente, entrano in campo delle misure integrative ad hoc, come ad assegno l’assegno sociale. Il pagamento dell’assegno, come spiegato sul sito dell’Inps, si effettua a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Il beneficio, si sottolinea:
“ha carattere provvisorio e la verifica del possesso dei requisiti socioeconomici e della effettiva residenza avviene annualmente. L’importo dell’assegno per il 2025 è pari a 538,69 euro per 13 mensilità. Il soggetto richiedente deve avere un reddito annuo inferiore a 7.002,97 euro se non coniugato, elevato a 14.005,94 euro se è coniugato. Hanno diritto all’Assegno in misura intera (538,69 euro per 13 mensilità):
- i soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito;
- i soggetti coniugati che hanno un reddito coniugale inferiore all’importo totale annuo dell’Assegno sociale (7.002,97 euro)”.
L’assegno viene corrisposto in misura ridotta ai soggetti non coniugati che hanno un reddito inferiore all’importo totale annuo dell’assegno sociale. Stesso discorso per i soggetti coniugati che presentano un reddito coniugale compreso tra l’ammontare annuo dell’assegno, ovvero 7.002,97 euro, e il doppio dell’importo annuo dell’assegno, ovvero 14.005,94 euro. Sommando l’assegno sociale all’importo di circa 173 euro a cui si ha diritto dopo cinque anni di lavoro, grazie inoltre all’incremento al milione e per effetto della rivalutazione annuale, l’importo complessivo aumenta e supera quota 700 euro mensili.