Nel variegato mondo delle criptovalute, esiste una categoria di token digitali pensata per ridurre la volatilità e offrire agli investitori un asset relativamente stabile. Sono le “stablecoin” e Tether ne è la rappresentante più diffusa sul mercato. In questo articolo, vi spieghiamo come funzionano per rispondere ai diversi interrogativi che ancora oggi esistono tra i non addetti ai lavori.
Si tratta di un mercato che vale oggi più di 309 miliardi di dollari, in crescita del 50% quest’anno e che incide per oltre il 10% dell’intero mercato crypto dal 6% di inizio anno. Tether vale il 60% con una capitalizzazione che in queste ore supera i 186 miliardi.
Come funziona la stablecoin Tether
Le stablecoin sono criptovalute peculiari, in quanto il loro valore è legato a “safe asset” come dollaro e materie prime. Nel caso di Tether esiste un rapporto di 1:1 con i dollari. Chi acquista 1 Tether, possiede teoricamente il valore di 1 dollaro. A questo punto, molti di voi si staranno chiedendo cosa spinga una persona a comprare stablecoin, anziché direttamente l’asset sottostante. La risposta è la “comodità”. Vale, in particolare, per chi opera sul mercato delle criptovalute. Anziché convertire di volta in volta dai token alla divisa americana e viceversa, si può usare una stablecoin allo scopo. Bisogna anche considerare che i dollari non sono legalmente e facilmente accessibili in ogni area del pianeta, specie in presenza di sanzioni finanziarie.
Fatta questa premessa, vediamo nel concreto come funziona la stablecoin Tether. Essa garantisce ai clienti riserve in dollari pari al 100% delle emissioni. Stando all’ultimo report al 30 settembre scorso e certificato da BDO Italia, il 77,23% delle sue riserve per 181,223 miliardi era investito in liquidità o asset equivalenti. L’8,06% risultava investito in prestiti garantiti, il 7,13% in metalli preziosi, il 5,44% in Bitcoin, lo 0,01% in obbligazioni private e il restante 2,14% in altri asset.
Del 77,23% di liquidità, l’80,33% erano Treasury Bills, ossia titoli del Tesoro americano a breve termine. Per il resto si tratta di strumenti sul mercato monetario americano come pronti contro termine.
Riserve in eccesso garanzia per clienti
Da notare che i depositi ammontavano alla stessa data a 174,445 miliardi, per cui le riserve risultavano in eccesso per 6,777 miliardi. Questo significa che tutti i clienti potrebbero richiedere indietro i loro soldi e la società Tether resterebbe con un margine di quasi 7 miliardi. Una garanzia solida per chi investe nella stablecoin. Se avevamo detto che esiste un rapporto di 1:1 tra depositi ed emissioni, da dove provengono queste riserve in eccesso? Dagli utili maturati e non distribuiti.
E qui arriviamo ad un’altra domanda che molti di voi certamente vi sarete fatti già da tempo: chi emette una stablecoin, cosa ci guadagna? La risposta sta nelle modalità operative. Gli emittenti come Tether non si limitano a depositare i denari dei clienti, ma operano proprio come se fossero una banca. Nello specifico, come abbiamo appena visto sopra, investono in asset perlopiù sicuri per ottenere rendimenti certi. I titoli del debito USA, ad esempio, sono considerati sostanzialmente dollari che staccano cedole. Garantiscono, inoltre, il massimo grado di liquidità sui mercati. Questi rendimenti rappresentano l’utile della società.
Per Tether ammontava a 14 miliardi di dollari nel 2024 e 6,2 miliardi nel 2023. E già nei primi 9 mesi di quest’anno superava i 10 miliardi.
Regolamentazione negli USA
I clienti che acquistano le stablecoin non ottengono alcun compenso. Il loro obiettivo è di detenere dollari (o altri asset) in altra forma. Gli emittenti possono così fare affari senza pagare sostanzialmente nulla. Il Genius Act approvato dal Congresso USA nell’estate di quest’anno regolamenta le stablecoin. Esse sono legalmente riconosciute, a patto che garantiscono una copertura integrale degli asset sottostanti. Il governo di Donald Trump fiuta le opportunità enormi per lo stesso mercato del debito americano. Se questo business continuerà a crescere, indirettamente più investitori acquisteranno Treasury e ciò contribuirà a calmierare i rendimenti.
I dati danno ragione a questa intuizione. Nell’anno che arriva al 30 giugno 2025 gli acquisti di Treasury da parte degli emittenti di stablecoin sono stati pari a 41 miliardi, al settimo posto in assoluto. Dalla fine del 2023 la sola Tether ha acquistato al 30 settembre scorso qualcosa come quasi 50 miliardi in titoli del debito USA. Il CEO Paolo Ardoino e il socio e fondatore Giancarlo Davasini posseggono rispettivamente una ricchezza stimata da Forbes in 9,5 e 22,4 miliardi. In questi giorni sono al centro dell’attenzione in Italia per l’offerta per rilevare la Juventus avanzata ad Exor.
Stablecoin Tether, a chi serve e a chi no
In conclusione, una stablecoin come Tether può essere utile a coloro che operano con frequenza sul mercato delle criptovalute e specialmente se da certe aree della Terra. Per chi volesse semplicemente impiegare la liquidità a breve termine, invece, le opportunità d’investimento alternative si mostrerebbero migliori. Come detto, le stablecoin non offrono alcun rendimento e non sono strumenti speculativi, in quanto i loro prezzi sono ancora a quelli dei sottostanti. A quel punto, meglio sarebbe acquistare direttamente questi ultimi, sempre che ciò fosse possibile.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
