Ogni anno si dice che va in pensione una determinata classe di nascita. Questo accade perché, ogni anno, esiste una precisa età pensionabile, legata alla pensione di vecchiaia.
Ad esempio, nel 2024, sono andati in pensione con questa misura i nati nel 1957, avendo compiuto i 67 anni di età lo scorso anno. Nel 2025 sarà la volta dei nati nel 1958, mentre nel 2026 toccherà a chi è nato nel 1959.
Tuttavia, non è solo con la pensione di vecchiaia che si può lasciare il lavoro. Esistono numerose altre prestazioni che permettono anche ai nati nel 1959 di accedere alla pensione già oggi, senza attendere necessariamente il compimento dell’età pensionabile.
Chi è nato nel 1959: quando può andare in pensione
Chi è nato nel 1959 ha buone possibilità di andare in pensione a 67 anni, quindi nel 2026, con la pensione di vecchiaia. Questo sarà l’anno in cui raggiungerà l’età pensionabile per la quiescenza ordinaria.
Attenzione però: per poter accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi.
Inoltre, se si tratta di un lavoratore che ha iniziato a versare i contributi dopo il 1995, servirà anche che l’importo della pensione spettante non sia inferiore all’importo dell’assegno sociale.
Se si è privi di contributi, resta comunque possibile ottenere l’assegno sociale. Che per i nati nel 1959 scatterà anch’esso nel 2026, al compimento dei 67 anni.
Tuttavia, un nato nel 1959 può potenzialmente andare in pensione anche nel 2025. Esiste infatti la pensione anticipata contributiva, accessibile al raggiungimento dei 64 anni di età.
Questa misura è riservata ai cosiddetti contributivi puri, ossia coloro che hanno il primo accredito di contributi dopo il 31 dicembre 1995. E prevede che l’importo della pensione non sia inferiore a 3 volte l’assegno sociale.
Per le donne, la soglia si abbassa leggermente: basta raggiungere 2,8 volte l’assegno sociale se si è avuto un figlio, oppure 2,6 volte se si hanno due o più figli.
Pensioni anticipate per i nati nel 1959: le vie d’uscita già nel 2025
Come detto, esistono diverse misure che consentono già oggi ai nati nel 1959 di uscire dal lavoro.
Ad esempio, chi è invalido, caregiver, disoccupato o addetto a lavori gravosi può accedere all’Ape Sociale, che si ottiene a partire da 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 o 36 anni di contributi, in base al profilo.
C’è poi la possibilità di accedere alla cosiddetta Quota 41 per i lavoratori precoci, che consente la pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica, a condizione di avere almeno 41 anni di contributi, di cui 12 mesi versati prima dei 19 anni, anche in modo discontinuo.
Per i nati nel 1959 anche Ape Sociale e Quota 41 subito accessibili
Le due misure, Ape Sociale e Quota 41, sono dedicate a specifiche categorie di lavoratori:
- Invalidi civili con almeno il 74% di invalidità;
- Disoccupati che hanno terminato la Naspi (per Quota 41 serve che siano trascorsi almeno 3 mesi dall’ultima indennità percepita);
- Caregiver che da almeno 6 mesi assistono un familiare con grave disabilità convivente;
- Addetti a lavori gravosi (e, per la Quota 41, anche chi svolge lavori usuranti), purché l’attività sia stata svolta per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni.
Nati nel 1959: anche la Quota 103 è un’opzione, ma conviene aspettare?
I nati nel 1959 possono accedere fin da subito anche alla Quota 103, misura che permette di andare in pensione a partire dai 62 anni di età. Purché si abbiano almeno 41 anni di contributi.
Tuttavia, la Quota 103 è sconsigliabile per chi si trova ormai a solo un anno dai 67 anni, età prevista per la pensione di vecchiaia. Questo perché si tratta di una misura con calcolo contributivo, quindi generalmente meno favorevole come importo rispetto alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata ordinaria.
In molti casi, per chi è nato nel 1959, la scelta migliore è attendere il 2026 ed uscire dal lavoro con la pensione di vecchiaia o con la pensione anticipata ordinaria, che garantiscono condizioni economiche più vantaggiose.