L’attenzione, quando si parla di cartelle esattoriali, è tutta rivolta alla nuova rottamazione delle cartelle, la cosiddetta rottamazione quinquies, che entrerà in vigore nel 2026 e interessa molti contribuenti desiderosi di azzerare i propri debiti pagando meno e a rate. Ma sempre nel 2026, già da gennaio, entrerà in azione anche un provvedimento confermato e proveniente dalla riforma della riscossione introdotta nel 2025. Parliamo del discarico automatico delle cartelle. In questo caso non sarà necessaria alcuna domanda e non ci sarà nulla da pagare per le cartelle interessate.
Cartelle esattoriali: quali dentro la rottamazione quinquies e quali vengono azzerate automaticamente
Sono sostanzialmente due gli interventi sulle cartelle esattoriali che entreranno in vigore nel 2026: da un lato la nuova rottamazione quinquies, dall’altro il discarico automatico.
La rottamazione quinquies entrerà in vigore nel 2026 e le domande di adesione andranno presentate entro la fine di aprile dell’anno venturo. Per la nuova definizione agevolata delle cartelle, infatti, sarà necessario presentare un’apposita domanda tramite la procedura telematica disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Una volta presentata la domanda nei termini e ottenuta l’accettazione, l’interessato potrà pagare in unica soluzione entro il 31 luglio 2026 oppure, sempre entro la stessa data, potrà versare la prima di massimo 54 rate bimestrali (con importo minimo di 100 euro a rata). Ogni due mesi dovrà essere quindi corrisposta una rata, con l’applicazione — dalla seconda in poi — di interessi al 4%.
La possibilità di dilazionare in 9 anni non è l’unico vantaggio della rottamazione quinquies. Restano infatti confermati il discarico degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, delle sanzioni e dei diritti di riscossione.
Tra discarico automatico e rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali
Ricapitolando: nel 2026 partirà la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, ma già da gennaio sarà attiva un’altra importante novità, il discarico automatico dei ruoli. Una misura che, in realtà, sembra pensata più per alleggerire il carico dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione che per favorire realmente i contribuenti.
Questo perché il profilo dei soggetti interessati dal discarico automatico non coincide con quello di chi può aderire alla rottamazione. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, infatti, ha una mole consistente di cartelle da gestire, molte delle quali difficilmente — o per nulla — incassabili.
Anzi, alcune sono inesigibili per definizione. Continuando a rimanere nei registri del concessionario, generano costi per notifiche, solleciti, tentativi di recupero e per il personale impegnato nella procedura. La riforma della riscossione ha quindi introdotto il discarico automatico rivolto ai contribuenti non attaccabili: deceduti senza eredi, falliti o nullatenenti.
Si tratta, dunque, di soggetti che non rischiano nulla non pagando le cartelle e che, di fatto, non rappresentano il profilo tipico di chi aderirà alla rottamazione.
Cancellazione automatica dei ruoli e tributi locali
Con il discarico automatico, il magazzino delle cartelle esattoriali da gestire si ridurrà considerevolmente, raggiungendo l’obiettivo principale del Decreto Riscossione. Dei quasi 1,3 miliardi di crediti da incassare, oltre 500 miliardi risultano potenzialmente inesigibili.
Una parte significativa riguarda crediti di importo irrisorio, per i quali l’eventuale recupero, qualora possibile, risulterebbe comunque antieconomico, considerando le spese necessarie per la procedura di riscossione.
Ma le novità non finiscono qui. Dal 2026, anche gli enti locali — Comuni e Regioni — potranno attivare autonome rottamazioni delle cartelle relative ai tributi di loro competenza. Basti pensare all’IMU o alla Tassa sui Rifiuti.
Un ulteriore strumento che può favorire i contribuenti, ma solo negli enti locali che, per scelta propria, decideranno di agevolare i cittadini indebitati.