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Oggi: 22 Set, 2025

Caro ombrellone falso problema, il turismo è diventato più smart e ben venga la chiusura di attività fuori mercato

Il caro ombrellone scatena polemiche e sarebbe tra le cause del tonfo di turisti sulle spiagge italiane questa estate.
2 mesi fa
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Caro ombrellone mette in fuga i turisti
Caro ombrellone mette in fuga i turisti © Licenza Creative Commons

Non è l’estate dei record per il turismo italiano. Le spiagge non sono piene neanche in piena stagione e i lidi lamentano la carenza di clienti. Il caro ombrellone pesa sul calo delle presenze. Dal 2019 c’è stato in media un rincaro di oltre il 30% per trascorrere le vacanze in Italia. Gli stipendi, invece, sono rimasti al palo. Le associazioni dei consumatori parlano di “lacrime di coccodrillo” con riferimento alle doglianze degli operatori del settore. Una volta tanto sembrano persino avere ragione. I prezzi sono esplosi e non sempre per riflettere costi saliti proporzionalmente. Dopo il Covid c’è stato un impazzimento generale, per cui la voglia di tornare alla normalità è stata sfruttata da stabilimenti balneari, alberghi, ristoranti, case vacanze, agenzie turistiche e compagnie aeree per alzare le tariffe e fare facili affari.

Il tempo che la sbornia finisse e i nodi sono arrivati al pettine.

Lacrime di coccodrillo di un settore ingessato

Il caro ombrellone iniziava a colpire nell’estate scorsa, quando a farne le spese fu particolarmente il Salento. Anziché imparare la lezione, il settore ha pensato bene di reagire aumentando ulteriormente i prezzi dei servizi offerti. I turisti non ci sono cascati. E’ il mercato, bellezza! La stampa riporta le lagne di operatori toscani, secondo cui se abbassassero i prezzi, dovrebbero chiudere le attività. E’ proprio così che funziona il mercato. Se non sei in grado di restarci ai prezzi che consentano l’incontro tra domanda e offerta, chiudi. E non è un dramma, anzi si fa pulizia. Attività inefficienti è bene che lascino spazio a nuovi imprenditori più capaci.

A maggior ragione se riguardano la gestione di un bene scarso come la spiaggia.

Le concessioni balneari vita natural durante hanno fatto danni agli stessi titolari, convincendoli che potessero vivere senza investire nella qualità del servizio e semplicemente chiedendo ai clienti sempre di più di anno in anno. Per fortuna c’è in corso anche un cambiamento culturale riguardo al modo di fare le vacanze. Basta concentrarle tutte in estate, quando spesso il caldo afoso non consente di vivere appieno l’esperienza. Gli italiani prenotano e girano di più nelle mezze stagioni e persino in inverno.

Non solo caro ombrellone, turisti tutto l’anno

Dunque, non è solo un fatto di caro ombrellone. E’ che come popolo stiamo imparando che non siamo soltanto il “Paese do sole e do mare”. Abbiamo la montagna, i laghi, i fiumi, le città d’arte. E’ arrivato il momento di allargare gli orizzonti. Un bene per il turista che desidera staccare con la quotidianità senza farsi spennare per un lettino e un tuffo in acqua. Un male per chi pensava che la connivenza con la politica avrebbe consentito loro di massimizzare i profitti con concessioni pluridecennali e magari ereditate in famiglia. A settembre piangeranno miseria coloro che si pensavano più furbi di tutti, scansando la concorrenza a colpi di leggi.

Quelle dello stato possono funzionare temporaneamente, ma prima o poi soccombono a quelle del mercato.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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