Negli ultimi giorni è emersa di nuovo una nuova forma di truffa che sfrutta riferimenti a presunte imposte dovute su capitali esteri e ritardi nel trasferimento di somme finanziarie. Le segnalazioni ricevute hanno spinto l’Agenzia delle Entrate a diffondere un avviso ufficiale per richiamare l’attenzione dei contribuenti su comunicazioni ingannevoli che circolano attraverso la posta elettronica.
Questi messaggi fraudolenti sfruttano un linguaggio formale e una grafica che tenta di imitare quella dell’Amministrazione fiscale, così da far credere a chi li riceve di trovarsi di fronte a un avviso autentico.
Cosa dice il messaggio truffa capitali esteri
Al centro della comunicazione truffa viene prospettata la necessità di pagare, con urgenza, un’imposta pari al 26% del presunto capital gain.
Secondo quanto scritto nei falsi documenti, tale prelievo deriverebbe da errori commessi da società che avrebbero gestito investimenti o transazioni internazionali per conto dell’utente.
Il trucco è sempre lo stesso: fare leva sulla paura, sulla pressione psicologica e sul timore di incorrere in conseguenze gravi. Il tono della richiesta e la scadenza immediata servono a spingere il destinatario ad agire senza riflettere, nella speranza dei truffatori di ottenere un pagamento rapido o l’accesso a dati sensibili.
Elementi che svelano la natura fraudolenta
Nonostante l’apparenza curata, questi messaggi presentano diversi indizi che ne tradiscono l’origine non autentica. Analizzando la struttura e il contenuto emergono vari errori e incongruenze, come evidenziato dall’Agenzia Entrate.
Numero di protocollo irregolare
I truffatori utilizzano un codice identificativo che include la sigla “INT”. Tale dicitura è destinata esclusivamente alle procedure interne dell’Agenzia e non compare nelle comunicazioni rivolte ai contribuenti.
Direzioni inesistenti
L’intestazione del documento e la chiusura riportano uffici che non appartengono all’organizzazione dell’Agenzia delle Entrate. I nomi utilizzati – come “Direzione centrale – ufficio rimborsi da investimenti estero” e “Direzione ufficio rimborsi capitali esteri” – non corrispondono a nessuna struttura reale. La loro presenza rappresenta un chiaro segnale della falsificazione.
Riferimento legislativo privo di valore
Il messaggio cita in modo approssimativo un generico decreto legislativo riferito all’anno fiscale 2025, senza alcun numero identificativo o elemento che permetta di ricondurlo a una norma autentica. Si tratta di una formula usata per dare una parvenza di ufficialità ma che, in realtà, non ha alcun fondamento.
Timbro e firma non riconoscibili
Alla fine del documento compare un timbro falso accompagnato da una firma illeggibile. Anche questo elemento, spesso utilizzato dai truffatori per rendere più credibile la comunicazione, costituisce ulteriore prova della sua inesattezza.
La posizione dell’Agenzia delle Entrate sulla truffa capitali esteri
Di fronte al moltiplicarsi di questi episodi (prima di questa c’è da segnalare anche la truffa redditi esteri di qualche giorno fa), l’Amministrazione finanziaria ha ribadito la propria totale estraneità rispetto ai messaggi circolati. Le comunicazioni ufficiali seguono procedure ben definite, non utilizzano indirizzi sospetti e non contengono riferimenti a uffici che non fanno parte dell’organizzazione istituzionale.
L’Agenzia invita alla prudenza soprattutto quando si ricevono richieste improvvise di pagamento legate a trasferimenti di fondi, presunti errori di gestione o tassazione di capitali esteri.
La tutela del contribuente passa anche attraverso una corretta valutazione delle informazioni ricevute, in particolare quando la comunicazione, pur apparendo formale, presenta dettagli incoerenti o pressioni inusuali.
Quando sorge il dubbio sulla veridicità di un messaggio, è essenziale effettuare alcuni controlli preliminari. L’Agenzia Entrate ricorda che mette a disposizione una sezione dedicata, chiamata “Focus sul phishing”, all’interno del proprio portale istituzionale. Questa pagina raccoglie esempi di false comunicazioni, avvisi aggiornati e informazioni utili per individuare tentativi di raggiro. In alternativa, per ulteriori verifiche o chiarimenti, è possibile utilizzare i contatti ufficiali presenti sul sito dell’Agenzia. O rivolgersi direttamente agli uffici territoriali competenti. Gli operatori sono in grado di confermare l’origine di eventuali comunicazioni e segnalare tempestivamente qualsiasi anomalia.
L’attenzione sempre al primo posto
Le truffe che sfruttano riferimenti ai capitali esteri e ai presunti obblighi fiscali legati a investimenti internazionali rappresentano un fenomeno sempre più diffuso. L’obiettivo dei malintenzionati è quello di approfittare della complessità delle norme fiscali e dell’incertezza che può accompagnare la gestione di fondi provenienti dall’estero.
Per questo motivo, mantenere un atteggiamento vigile e ricorrere alle fonti ufficiali in caso di dubbi rimane la strategia più efficace per proteggere i propri dati e il proprio patrimonio.
Riassumendo
- Segnalate nuove truffe via email su presunte imposte legate ai capitali esteri.
- I falsi messaggi imitano lo stile dell’Agenzia e chiedono pagamenti urgenti.
- Numerosi dettagli anomali rivelano l’origine fraudolenta delle comunicazioni.
- L’Agenzia delle Entrate dichiara totale estraneità ai messaggi diffusi.
- Verifiche consigliate tramite “Focus sul phishing” e canali ufficiali dell’Agenzia.
- Crescono raggiri che sfruttano incertezze fiscali e gestione dei capitali esteri.