Canone RAI a sud Italia la svolta: non è mai troppo tardi per tornare indietro!

Allargare la propria politica di sviluppo e produzione al Sud, potrebbe anche rappresentare un volano per l'economia, non solo per quella del Mezzogiorno
2 anni fa
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canone RAI

Un terzo del Canone Rai incassato dallo Stato, proviene dal Sud. Tuttavia, le Regioni del Sud non sono per nulla prese in considerazione dalle politiche della televisione di Stato. Infatti, le varie produzioni di fiction o altri programmi, sono concentrate soprattuto al Nord, in alcuni casi si scende fino a Napoli, ma difficilmente oltre. Allargare la propria politica di sviluppo e produzione al Sud, potrebbe anche rappresentare un volano per l’economia, non solo per quella del Mezzogiorno.

Basta analizzare gli impatti in termini di turismo avuti da quelle poche fiction girate in zone remote della Sicilia o della Calabria o di altre regioni del Sud.

Una televisione pubblica dovrebbe pensare a come apportare benefici, non solo economici, su tutto il territorio nazionale.

Infatti, come risposta, c’è chi dice che si farebbe bene a non pagare il canone Rai .

Il canone RAI

Il canone RAI ad oggi è addebitato direttamente nella fattura dell’utenza elettrica residenziale.

L’addebito è di 9 euro mensili, da gennaio a ottobre (per chi riceve bolletta luce mensilmente) oppure 18 euro bimestrali, da gennaio a ottobre (per chi riceve la bolletta ogni due mesi). L’importo annuo dovuto, dunque, ammonta a 90 euro.

Il alcuni casi, è possibile chiedere l’esenzione dal pagamento del canone.

Ad esempio, possono richiedere l’esonero dal Canone Rai:

  • i cittadini che non detengono un apparecchio televisivo e sono intestatari di un contratto di energia elettrica residenziale (Per ottenere l’esonero è necessario che nessun componente della famiglia anagrafica detenga un apparecchio televisivo);
  • i cittadini che hanno compiuto 75 anni, con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro e senza conviventi titolari di un reddito proprio (fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti);
  • ecc.

La svolta al Sud?

Come detto in premessa, le Regioni del Sud non sono per nulla prese in considerazione dalle politiche della televisione di Stato.

Se si pensa alle produzioni originali Rai, solo poche di esse si sono affacciate al Sud, i casi sono molto sporadici. Anche se si analizza la provenienza dei vari ospiti dei talk show che vanno in onda quotidianamente sui canali Rai, viene fuori che quelli che provengono dal Sud, sono davvero pochi. Per non parlare del periodo di pandemia. I programmi che affrontano tematiche legate al Covid, ancora oggi sono tantissime. Tuttavia anche qui, i medici e le altre figure del mondo scientifico che intervengono in trasmissione, nella quasi totalità dei casi, provengono da Regioni dal centro in su. Quasi come se al Sud non ci fossero professionalità di eccellenza.

Allargare la propria politica di sviluppo e produzione al Sud, potrebbe anche rappresentare un volano per l’economia, non solo per quella del Mezzogiorno.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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