L’annuncio di ieri di Moody’s era forse inatteso, specialmente per l’Unione Europea; insieme al Regno Unito, ha visto tagliato l’outlook sui suoi bond a “negativo” per il 2026. Alla base della valutazione, i maggiori rischi percepiti a causa del contesto geopolitico sfidante e i dazi americani. Da un lato gli Stati Uniti non garantiscono più con certezza la sicurezza sul nostro continente, dall’altro la Cina usa le materie prime come arma di ricatto. A ciò si aggiungono le tensioni commerciali e quelle politiche in alcuni stati comunitari come Francia e Polonia, che stanno avendo per ciò maggiori difficoltà a risanare i rispettivi conti pubblici.
Outlook bond UE minaccia per tripla A
I bond UE godono del rating tripla A per Moody’s e Fitch, mentre per S&P hanno da anni un giudizio più basso (AA+) con outlook stabile. Il declassamento comunicato ieri reca con sé il rischio di un taglio vero e proprio del rating nel corso del 2026. A quel punto, il giudizio massimo resterebbe appeso alle valutazioni di Fitch tra le principali agenzie internazionali.
Finanza americana dietro Moody’s
La stessa Moody’s ha evidenziato, però, che nel caso di crescita economica più robusta e/o di ridimensionamento del rischio geopolitico, l’outlook sui bond UE potrebbe essere rivisto a “stabile”. E se fosse un avvertimento? L’agenzia è partecipata dalla finanza americana, tant’è che il 13,83% del suo capitale è in mano a Berkshire Hathaway, la holding che fa capo a Warren Buffett. Un altro 8,5% appartiene a Vanguard, il 7,46% a TCI, il 5,86% a BlackRock e il 4% a State Street, ecc.
Volendo fare dietrologia spicciola, diremmo che Moody’s con il taglio dell’outlook avrebbe appena avvertito l’UE di non soffiare sul fuoco delle tensioni con la Russia, altrimenti i suoi bond verrebbero declassati. E chissà che il “pizzino” non abbia un altro destinatario, che non Bruxelles di per sé. Stiamo parlando della Germania, principale economia del continente e senza la quale il sostegno all’Ucraina vacillerebbe in Europa. Berlino custodisce gelosamente la tripla A dei suoi Bund e mai vorrebbe vederla minacciata da qualsivoglia evento.
Germania stessa meno solida
Fintantoché la guerra tra Russia e Ucraina dura, l’energia non tornerà ai livelli di prezzo pre-bellici. E questo dato impedisce all’industria tedesca, in particolare, di risalire la china. Con una crescita economica ferma, la Germania rischia di doversi affidare a lungo al debito per sostenere la domanda interna. Le esportazioni non brillano come prima, minacciate tra l’altro dai dazi dell’amministrazione Trump. Un cocktail velenoso per l’affidabilità creditizia a medio-lungo termine.
Guarda caso, oltre ai bond UE l’outlook è stato tagliato anche a quelli del Regno Unito. Altra nazione vigorosamente contraria al piano di pace proposto dall’America. Che sia un segnale circa il fatto che la finanza internazionale stia mollando il Vecchio Continente? Per Bruxelles un declassamento del rating sarebbe esiziale.
Si allontanerebbe l’obiettivo di essere considerato un emittente sovrano a tutti gli effetti e massimamente affidabile sui mercati internazionali. Altro che “safe asset“!
Taglio outlook bond UE avvertimento?
Già prima del taglio dell’outlook i bond UE hanno offerto rendimenti a premio sui Bund. Il decennale rendeva il 3,13% contro il 2,75% della Germania. Le distanze possono ampliarsi ulteriormente, a meno che i mercati inizino a scontare uno scenario – ad oggi, remoto – avverso agli stessi titoli di stato tedeschi. L’aria è cambiata negli ultimi tempi. La marginalità geopolitica dell’Europa, unitamente alle difficoltà economiche e all’instabilità politica nei suoi principali stati, stanno convincendo gli investitori a pretendere una maggiore remunerazione sui debiti emessi. Non ha aiutato il cambio di paradigma in Germania con la contro-riforma costituzionale sul “freno al debito”.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

