Nella giornata di ieri 29 ottobre, Exor, la holding della famiglia Agnelli /Elkann, ha emesso un nuovo bond per l’importo di 600 milioni di euro. I proventi della raccolta saranno destinati alle esigenze societarie, compreso il rifinanziamento del debito esistente. L’obbligazione ha una durata decennale, in quanto arriva a scadenza il 5 novembre del 2035. E il prossimo 5 novembre ci sarà il regolamento delle sottoscrizioni. La quotazione avverrà alla Borsa di Lussemburgo, segmento Euro MTF.
Caratteristiche dell’emissione
E vediamo adesso le caratteristiche salienti di questo bond di Exor. Offre una cedola fissa annua lorda del 3,75% e il prezzo di emissione è stato leggermente sotto la pari: 99,386 centesimi.
Stando ai nostri calcoli, il rendimento lordo alla scadenza risulta al 3,83%. Non stiamo certo descrivendo l’investimento della vita. Al netto dell’imposta del 26%, il rendimento scende al 2,84%. Continua ad essere appetibile, specie se i tassi di mercato scendessero nei prossimi mesi e anni.
Asset di qualità
Ad ogni modo, allo stato attuale il BTp a 10 anni offre poco meno del 3% netto all’anno. Attenti, perché un titolo di stato di per sé non è più sicuro di un corporate bond come quello appena emesso da Exor. Questi ha rating A- da parte di S&P. La stessa agenzia ha da poco rivisto al rialzo il suo giudizio sui bond sovrani italiani a BBB+. In teoria, quindi, il rischio di credito sarebbe più basso per questa emissione.
Exor detiene asset netti per 36,4 miliardi di euro e dopo la vendita di Iveco la sua liquidità dovrebbe essere salita sopra i 4 miliardi. Questa è la cassaforte a cui fanno riferimento tutte le partecipazioni della galassia degli Agnelli e degli Elkann.
Tanto per citarne due: Stellantis e Juventus. La solidità finanziaria è fuori discussione. Ciò non significa che il bond di Exor non presenti qualche rischio. In un contesto di eventuale rialzo dei rendimenti sul mercato, le quotazioni scenderebbero e i possessori rivenderebbero in perdita prima della scadenza.
Bond Exor per diversificare il portafoglio
Altro aspetto da considerare è il rischio di liquidità. L’emissione non è sostanziosa. Soprattutto se vi hanno partecipato investitori istituzionali desiderosi di mantenere il bond di Exor in portafoglio, gli scambi sul secondario potrebbero essere poco frequenti. Questo sarebbe un fatto negativo per chi volesse o dovesse disinvestire prontamente.
In definitiva, il bond di Exor non sembra interessante dal punto di vista della cedola o rendimento in sé. Ma in un’ottica di diversificazione degli investimenti, può contribuire a tenere alta la qualità degli asset in portafoglio e senza rinunciare granché al rendimento.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
