Un aumento di stipendio è sempre un evento che fa piacere a un lavoratore subordinato. La perdita di potere d’acquisto non ha risparmiato nessuno. Eppure, in genere, indipendentemente dai settori, esiste un meccanismo che dovrebbe limitare questo gap. Infatti, se sale l’inflazione, dovrebbero salire anche i salari, a prescindere da proposte, progetti e ipotesi di salario minimo garantito o di taglio delle tasse.
Parliamo del meccanismo della cosiddetta perequazione: in linea generale, l’ISTAT stabilisce il tasso di inflazione annuale e, in base a questo dato, gli stipendi dovrebbero essere adeguati. Questo vale anche per il settore del lavoro domestico.
Di conseguenza, per badanti e colf gli aumenti di stipendio dovrebbero essere garantiti da questo meccanismo di rivalutazione.
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Un aumento di stipendio significativo potrebbe interessare badanti, colf e in generale tutti i lavoratori domestici. Il meccanismo di rivalutazione dovrebbe assicurarne l’applicazione, anche se usiamo il condizionale: i CCNL di categoria, infatti, determinano spesso i tempi e le modalità di applicazione della perequazione.
Il rinnovo dei contratti, inoltre, stabilisce conteggi e regole che possono variare da settore a settore. Nel lavoro domestico, in particolare, la prassi prevede un incontro annuale tra rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, dal quale vengono decisi eventuali incrementi salariali.
Resta comunque chiaro che, sulla base dei minimi tabellari del CCNL, alla badante deve essere riconosciuto un aumento annuale — salvo che la sua retribuzione sia già superiore ai minimi. Ebbene, l’aumento di stipendio per badanti e colf nel 2026 potrebbe rivelarsi molto più incisivo rispetto a quello registrato nel 2025.
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Lo scenario per il prossimo anno parte da una considerazione: nel 2024 il tasso di inflazione registrato dall’ISTAT è stato dell’1% (inizialmente 0,8% come stima, poi corretto a 1% definitivo). Ad agosto 2025, invece, l’inflazione è già pari all’1,7%. Non è affatto azzardato ipotizzare che a fine anno si possa superare il 2%, e anzi, con un andamento analogo ai primi 7-8 mesi, si potrebbe arrivare oltre il 2,5%.
Questo significa che, a fronte di uno stipendio di 1.000 euro al mese nel 2025, una badante o una colf nel 2026 potrebbe percepire almeno 1.020 euro. Un incremento che, nel complesso, può risultare davvero importante.
Sulla base dei minimi retributivi mensili previsti oggi dal CCNL, possiamo già stimare l’impatto di una perequazione al 2,5% nel 2026. Attualmente, le fasce retributive per livello di inquadramento sono:
- A: 736,25 euro
- AS: 870,13 euro
- B: 937,06 euro
- BS: 1.003,99 euro
- C: 1.070,94 euro
- CS: 1.137,86 euro
- D: 1.338,65 euro
- DS: 1.405,58 euro
Con un aumento del 2,5%, i nuovi importi stimati sarebbero:
- A: 754,66 euro
- AS: 891,88 euro
- B: 960,49 euro
- BS: 1.029,09 euro
- C: 1.097,71 euro
- CS: 1.166,31 euro
- D: 1.372,12 euro
- DS: 1.440,72 euro