Si conclude oggi l’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (OPAS) sul capitale di Mediobanca, le cui adesioni al venerdì scorso erano salite a circa il 70,5%. Monte Paschi ha così conquistato ufficialmente i due terzi delle azioni con diritto di voto, aprendosi la strada per l’integrazione. Se questa sera il dato finale dovesse attestarsi almeno all’80%, Siena sarebbe costretta a lanciare una ulteriore offerta sul capitale residuo per permettere ai soci rimanenti di uscire dall’istituto. A quel punto, però, il costo dell’intera operazione salirebbe e le quote dei soci a Rocca Salimbeni si diluirebbero ulteriormente.
Azioni Monte Paschi oggi giù
Forse anche per questa ragione le azioni Monte Paschi oggi perdono una decina di centesimi di euro, all’incirca l’1,25%, scendendo a 7,87 euro.
Il bilancio da inizio anno resta di gran lunga positiva: +17%. Un dato che non scalfisce il successo di un’impresa considerata velleitaria fino a poche settimane fa e che, invece, si è conclusa nel migliore dei modi per l’istituto guidato da Luigi Lovaglio.
Banco BPM diventa centrale
E adesso? C’è da rimpiazzare il CDA dimissionario con uno nuovo di zecca. Va anche trovato un CEO credibile e che riscuota la fiducia del mercato dopo la lunga era di Alberto Nagel. Lo stesso dicasi per la presidenza. Infine, bisogna capire in fretta se creare o meno il terzo polo bancario di cui si discute da mesi. E questo vorrebbe dire non fermarsi alla sola Mediobanca. Nel mirino ci sarebbe ora Banco BPM, reduce dal respingimento dell’OPS lanciata da Unicredit, grazie alla mano del governo tramite il golden power.
Il CEO Giuseppe Castagna si è pronunciato nei giorni scorsi a favore del principale azionista, la francese Crédit Agricole. Essa detiene il 19,8% del capitale e potrebbe lanciare presto un’OPA sull’80% rimanente. Strano che il governo Meloni abbia messo i bastoni tra le ruote ad Andrea Orcel, salvo cedere una banca italiana alla concorrente francese. In effetti, le parole di Castagna andrebbero interpretate. Quando egli parla di “opzione più chiara” con riferimento al suo primo socio, nei fatti sta parlando a Monte Paschi. Come per dire che venderà cara la pelle. “Volete creare il terzo polo con noi, senza cui non esisterebbe? Sganciate il giusto”.
Numeri del terzo polo bancario
L’idea di integrare Monte Paschi con Mediobanca e finanche Banco BPM è uno scenario sempre più concreto e rivoluzionario per la finanza italiana. Ricordiamo che Piazzetta Cuccia porta in dote la compagnia assicurativa Generali, che controlla con il 13,20%. E Piazza Meda ha rilevato il pieno controllo della società di gestione del risparmio Anima a seguito di un’OPA. Il terzo polo bancario sarebbe anche a capo di asset del risparmio per centinaia di miliardi di euro.
Terzo polo dopo chi? Intesa Sanpaolo e Unicredit, naturalmente. I due grandi istituti capitalizzano a Piazza Affari oltre 100 miliardi a testa. Messi insieme, i tre di cui sopra sorpasserebbero i 55 miliardi ai prezzi di borsa attuali.
Essi deterrebbero oltre 265 miliardi di raccolta commerciale diretta per una quota compresa tra il 14% e il 15% sul mercato domestico. Ed erogherebbero finanziamenti a imprese e famiglie per quasi 230 miliardi, all’incirca il 18% del totale.
Verso privatizzazione totale di Monte Paschi
Se terzo polo sarà, il Tesoro dovrà uscire prima dal capitale di Monte Paschi. La sua quota residua all’8 settembre scorso, giorno di chiusura dell’OPAS, si era diluita sotto il 6%. E chiaramente sarà ancora più bassa al termine della giornata di oggi. E’ stimata a circa 1,5 miliardi. La totale privatizzazione è stata invocata da Forza Italia, che ritiene doveroso evitare che la permanenza dello stato nella governance distorca le operazioni di mercato che verranno.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

