Le pensioni si adeguano ogni anno in base al tasso di inflazione, grazie al meccanismo della perequazione. La questione è tornata d’attualità per due motivi principali: in primo luogo, perché si prevede che il tasso di inflazione applicato dall’INPS per il 2025 sarà dell’1,6%; in secondo luogo, per il dibattito politico in corso, con le opposizioni che accusano il governo di preparare tagli, mentre la Premier Giorgia Meloni ha rassicurato che nessuna pensione sotto una determinata soglia sarà soggetta a riduzioni della rivalutazione.
Perequazione delle pensioni: come funziona e i dubbi dei pensionati
Il meccanismo della perequazione, che adegua le pensioni all’inflazione, può generare confusione tra i pensionati, aggravata dalle polemiche politiche in corso. Tuttavia, sembra ormai certo, almeno secondo le dichiarazioni del governo, che il meccanismo di perequazione rimarrà invariato nel 2025 rispetto all’anno precedente.
Questo significa che i pensionati con assegni inferiori a quattro volte il trattamento minimo continueranno a beneficiare della rivalutazione piena. Per gli altri, come già accaduto nel 2024, la perequazione sarà ridotta in proporzione.
Pensioni INPS in aumento a gennaio 2025: di quanto aumenteranno?
Nonostante le rassicurazioni, alcuni media hanno suggerito che il governo possa predisporre tagli agli incrementi pensionistici. In realtà, gli aumenti saranno semplicemente inferiori rispetto al 2024, a causa del calo dell’inflazione. Negli anni precedenti, infatti, l’inflazione è stata più elevata, con tassi del 7,8% nel 2023 e del 5,4% nel 2024, a causa delle crisi economiche globali legate alla pandemia e ai conflitti internazionali. Le pensioni furono adeguate di conseguenza. Per il 2025, invece, si prevede un’inflazione molto più contenuta, pari all’1,6%.
Regole ed esempi: come saliranno le pensioni
Vediamo ora come le pensioni saliranno e quali saranno le differenze tra chi riceverà l’incremento pieno e chi avrà un aumento ridotto. Attualmente, il trattamento minimo è pari a 598,61 euro al mese. Con l’aumento previsto dell’1,6%, l’importo dovrebbe salire a circa 608,19 euro.
Le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, cioè fino a 2.432,76 euro lordi al mese, riceveranno l’aumento pieno dell’1,6%. Per ogni 1.000 euro di pensione, l’aumento sarà di circa 16 euro. Chi percepisce una pensione di 500 euro al mese otterrà circa 8 euro in più al mese.
Le pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo, invece, subiranno una perequazione ridotta. Per i trattamenti tra quattro e cinque volte il minimo, l’aumento sarà pari all’85% dell’1,6%. Per le pensioni tra cinque e sei volte il minimo, l’incremento sarà del 53% dell’1,6%, mentre per quelle tra sei e otto volte il minimo, sarà del 47%. Le pensioni tra otto e dieci volte il trattamento minimo riceveranno un aumento pari al 37% dell’1,6%, e quelle oltre dieci volte il minimo otterranno il 22% dell’1,6%.
Questi calcoli sono basati su stime ufficiose, poiché il tasso di inflazione definitivo non è ancora ufficialmente confermato. Inoltre, bisognerà attendere gli sviluppi della Legge di Bilancio per avere certezza sugli adeguamenti.