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Oggi: 17 Dic, 2025

Asset russi congelati ed eurobond: chi pagherà davvero il conto della guerra

Stati europei divisi sull'uso o meno degli asset russi congelati. L'Italia propone gli eurobond-ponte. Il conto della guerra lo paghiamo noi.
51 minuti fa
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Asset russi congelati
Asset russi congelati © License Creative Commons

Gli asset russi “congelati” in Europa valgono circa 200 miliardi di euro, ma usarli per finanziare l’Ucraina espone l’Unione a rischi legali e finanziari rilevanti. È per questo che alcuni Paesi, tra cui l’Italia, spingono su una soluzione alternativa: eurobond temporanei. Italia e Francia si ritrovano per la seconda volta in poche ore d’accordo oltre al Mercosur anche sulla cautela nel procedere con l’esproprio vero e proprio delle riserve valutarie investite da Mosca nel Vecchio Continente per circa 200 miliardi di euro, di cui 185 presso la società belga Euroclear. Parigi teme la rappresaglia del Cremlino sugli asset delle sue aziende che ancora operano in Russia.

Analogo il problema per Roma.

Asset russi congelati, nodo garanzie

Comunque la si giri, il rischio è che a pagare il conto della guerra saremo noi contribuenti dell’Unione Europea. L’opposizione del governo Meloni all’uso degli asset russi congelati per sostenere finanziariamente Kiev è motivata dai conti pubblici. Gli stati dovrebbero prestare garanzie pro-quota per il caso in cui il Belgio fosse chiamato a indennizzare la Russia a seguito di una sentenza internazionale. Mosca ha già annunciato che adirà i tribunali contro Euroclear.

Il costo potenziale a carico dell’Italia è stimato in una ventina di miliardi. Denari che graverebbero su un debito pubblico già elevatissimo. C’è anche la questione, condivisa con il francese Emmanuel Macron, del rischio politico che una simile azione causerebbe all’euro. I capitali provenienti da Paesi terzi lascerebbero il nostro continente per timore di incorrere in sanzioni simili a quelle subite dai russi. E proprio adesso che l’Italia è tornata appetibile per gli investitori internazionali, sarebbe un grosso peccato e un danno a lungo termine.

Soluzione eurobond per l’Italia

L’emissione degli eurobond sarebbe anch’esso debito comune, anche se di entità contenuta. La Germania si oppone, perché teme che sia il cavallo di Troia per mutualizzare le spese militari nell’UE. Il cancelliere Friedrich Merz ha paura delle reazioni dei tedeschi in patria, i quali già premiano nei sondaggi gli euro-scettici di AfD. A Berlino non conviene che i suoi partner europei possano permettersi di finanziare il riarmo grazie al debito comune. Trova più vantaggioso essere tra le poche capitali a disporre di margini fiscali per farlo.

Fattore Trump

O garanzie sugli asset russi congelati o eurobond, sembra che il costo della guerra in Ucraina ricadrà in un modo o nell’altro sulle tasche di tutti noi contribuenti europei. Gli Stati Uniti sono contrari alla prima opzione, perché credono che le riserve di Mosca possano fungere da leva nelle trattative. Il Belgio resta contrario e per il momento lo sblocco dell’impasse non c’è. Qualunque soluzione verrà trovata, resta il nodo di come reperire risorse senza compromettere la credibilità finanziaria dell’UE. Ci sarà almeno un tabù da infrangere.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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