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Oggi: 05 Dic, 2025

Assegno Unico, niente rata a settembre o importi ridotti dall’INPS, ecco perché

Ecco chi a settembre con l'Assegno Unico riceverà meno del solito, tutti i perché e quando dalla riduzione si passa alla revoca.
3 mesi fa
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assegno unico
Foto © Investireoggi

L’Assegno Unico e Universale sui figli a carico fino a 21 anni di età è una prestazione su cui ormai da anni le famiglie contano. Ecco perché il solo immaginare che in un mese non arrivi il versamento da parte dell’INPS o arrivi in misura ridotta rispetto a quanto atteso è una preoccupazione da incubo. Eppure a settembre per forza di cose c’è chi in effetti si troverà in questa spiacevole situazione. E per delle motivazioni, che possono essere di natura diversa, e che molti non conoscono. Ecco una quadro dettagliato per capire il perché di questi tagli o mancate erogazioni per non farsi trovare impreparati all’accaduto.

Assegno Unico, niente rata a settembre o importi ridotti dall’INPS, ecco perché

A volte il taglio dell’Assegno Unico può dipendere dall’ISEE del nucleo familiare. Non la sospensione del trattamento, perché l’Assegno Unico è collegato all’ISEE solo per quanto concerne il calcolo delle spettanze, non per il diritto al trattamento per il quale basta la semplice domanda di Assegno. Naturalmente al cambio dell’ISEE perché sono cambiate le condizioni reddituali e patrimoniali di un nucleo familiare, si può verificare il cambio degli importi di Assegno Unico a settembre.

Assegno Unico, da cosa vengono determinati il diritto alla prestazione e la misura della stessa?

L’Assegno Unico per l’anno 2025 riconosce una base di 57,50 euro a figlio ogni mese. Importo minimo che riguarda chi non ha un ISEE in corso di validità o chi lo ha ma con un importo superiore a 45.939,56 euro. L’Assegno Unico può arrivare ad un massimo di 201 euro per figlio, al netto di eventuali maggiorazioni spettanti.

Ma solo per famiglie con un ISEE fino a 17.227,33 euro. Poi l’importo decresce al salire dell’ISEE e passa dalla cifra massima prima citata alla cifra minima, altrettanto prima citata. Evidente che al cambiare dell’ISEE per chi lo ha rinnovato alla luce di variazioni patrimoniali, reddituali o di tutte e due le componenti insieme, può subire variazioni di importo.

Ecco quando l’ISEE determina variazioni di importo dell’Assegno Unico

La stessa cosa accade per le famiglie che per esempio hanno un ISEE corrente scaduto. L’ISEE corrente che consente di rendere più corrispondente alla situazione attuale il valore dell’ISEE stesso, ha una scadenza limitata. Non dura l’intero anno come invece dura l’ISEE ordinario. Dal momento che quest’ultimo è riferito a patrimoni e redditi del 2023, con l’ISEE corrente è evidente che si abbassa la soglia per chi ha visto peggiorare le sue condizioni. Ma l’ISEE corrente scade in 6 mesi e se non rinnovato, porta di nuovo l’ISEE ordinario ad essere quello in corso di validità. E questo ritorno all’ISEE più alto può evidentemente determinare l’abbassamento dell’Assegno Unico.

L’età dei figli conta, ecco come incide sull’Assegno Unico di settembre

Dalla semplice variazione di importo passare alla revoca del beneficio è un attimo.

E come detto non dipende dall’ISEE. In questo caso conta la composizione del nucleo familiare. Evidente che un figlio che compie 21 anni esce fuori dal perimetro dell’Assegno Unico. In questo caso il beneficio si blocca automaticamente al compimento di questa età da parte del figlio. Lo stesso accade a 18 anni, cioè al raggiungimento della maggiore età.

In questo caso l’eventuale stop all’Assegno Unico a settembre dipende da un mancato adempimento della famiglia, che non provvede ad aggiornare la scheda del figlio in modo tale da portare a prendere il beneficio per altri 3 anni e fino ai già citati 21 anni. Si ricorda infatti che per i figli maggiorenni l’Assegno Unico si prende a condizione che il figlio risulti ancora a carico del genitore, che frequenti un percorso di studio, un tirocinio o il servizio civile universale. Oppure se lavoratori, purché abbiano un reddito non eccedente 8.000 euro all’anno. Deve essere il genitore a rinnovare la scheda del figlio scegliendo la voce tra quelle prima citate che continua a dare diritto all’Assegno Unico.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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