Importante lo era già da tempo, e importante è rimasta. Parliamo della misura che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, ovvero l’Assegno di Inclusione. Si tratta di una delle principali misure di contrasto alla povertà e, di fatto, della più rilevante tra esse. Milioni di famiglie percepiscono questo sussidio ogni mese, e per molte di esse rappresenta la base del bilancio familiare.
Nella Legge di Bilancio, all’articolo 38, compare finalmente la novità tanto attesa che riguarda proprio questa misura. Una modifica che corregge uno degli aspetti più discussi che avevano accompagnato, prima, il Reddito di Cittadinanza e poi l’Assegno di Inclusione.
Assegno di Inclusione, novità 2026 in manovra: importi, scadenze e contributo aggiuntivo, cosa cambia?
Uno dei punti più contestati dell’Assegno di Inclusione era contenuto nel comma 2 dell’articolo 3 del DL n. 48 del 4 maggio 2023, poi convertito nella Legge n. 85 del 3 luglio 2023.
Quel comma 2 viene ora sostituito nella bozza della nuova Legge di Bilancio.
Il vecchio testo recitava:
“Il beneficio economico è erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. Allo scadere dei periodi di rinnovo di dodici mesi è sempre prevista la sospensione di un mese.”
Nel nuovo comma 2, vengono eliminati tutti i riferimenti alla sospensione di un mese tra un rinnovo e l’altro.
Il testo aggiornato stabilisce:
“Il beneficio economico è erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa presentazione della domanda, per periodi ulteriori di dodici mesi. Allo scadere dei periodi di rinnovo di dodici mesi il beneficio è rinnovato, previa presentazione della domanda.
”
In sostanza, scompare l’obbligo del mese di sospensione tra un ciclo di erogazione e l’altro.
Ecco cosa cambia adesso sul sussidio
In termini pratici, addio alla sospensione di un mese, una disposizione che aveva suscitato forti critiche fin dai tempi del Reddito di Cittadinanza.
Nel 2025, consapevole dei problemi economici e sociali che un mese di stop poteva causare ai beneficiari, il governo aveva introdotto un bonus una tantum fino a 500 euro, ovvero un contributo straordinario forfettario per coprire il mese di sospensione.
Molti beneficiari lo avevano già percepito, ma ora questo bonus non sarà più necessario. Poiché la sospensione mensile è del tutto abolita.
Sempre all’articolo 38 della bozza di manovra, si legge che tale contributo straordinario sarà comunque riconosciuto a tutti coloro che completeranno il primo ciclo di 18 mesi entro novembre 2025.
In altre parole, il mese di dicembre 2025, che risulterebbe “vuoto” per questi beneficiari, sarà coperto dal contributo straordinario appena citato.
Per chi invece concluderà i 18 mesi a dicembre 2025, non ci sarà alcuna interruzione: a gennaio 2026 scatterà immediatamente il rinnovo del beneficio, garantendo continuità nella fruizione e segnando così la fine definitiva del mese di sospensione che per anni aveva creato disagi alle famiglie più fragili.