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Oggi: 18 Dic, 2025

Argento più caro del petrolio: perché il mercato sta lanciando un segnale storico

Il prezzo dell'argento supera quello del petrolio per la prima volta dagli anni Ottanta, segnalando un cambio epocale per l'economia.
15 ore fa
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Prezzo dell'argento supera il petrolio
Prezzo dell'argento supera il petrolio © Licenza Creative Commons

E’ un fatto storico, inusuale e che ci dice molto del mondo che cambia: il prezzo dell’argento ha superato quello del petrolio per la prima volta dagli inizi degli anni Ottanta. A rigore, nel corso del 2020 le quotazioni petrolifere sprofondarono per un lasso di tempo molto breve fino a livelli negativi a seguito della pandemia. E dobbiamo fare una precisazione tecnica: il metallo grigio è negoziato in once, mentre il greggio WTI e Brent in barili. Le unità di misura non sono le stesse, ma resta valido il ragionamento di fondo. Mentre scriviamo questo articolo, il silver sfiora i 66 dollari, mentre il Brent si attesta sotto i 60 dollari.

Prezzo dell’argento sopra il petrolio, cosa succede

All’inizio di quest’anno, il primo viaggiava a meno di 29 dollari contro i quasi 75 del secondo. Servivano circa 2,57 once per un barile, mentre adesso serve più di un barile per un’oncia. Cosa sta accadendo con esattezza? Anzitutto, i venti di pace. Tra Russia e Ucraina le posizioni per una tregua sono più vicine, anche se non vicinissime. E questo sta impattando negativamente sulle quotazioni di petrolio e gas, ai minimi da anni. Il mercato sconta un ritorno di Mosca sui mercati internazionali, pur non in tempi rapidi, per via del progressivo allentamento delle sanzioni occidentali nel caso di accordo.

Prezzo dell'argento quest'anno
Prezzo dell’argento quest’anno © Licenza Creative Commons
Prezzo del Brent quest'anno
Prezzo del Brent quest’anno © Licenza Creative Commons

A fronte di un’offerta globale che resta alta e che potrebbe salire ulteriormente, la domanda si mostra anemica. Bisogna ammettere che gioca un ruolo anche l’OPEC a guida saudita.

Il regno è vicino all’amministrazione Trump e dopo che per anni ha tenuto le quotazioni petrolifere artificiosamente alte restringendo l’offerta, adesso fa il contrario su pressione della Casa Bianca.

Boom dei metalli preziosi tra tassi e transizione energetica

Per quanto riguarda l’argento, siamo in presenza di un boom quest’anno del 127%. Doppia il boom dell’oro al 65%. Un trend imprevisto ed estremamente positivo, che risente di diversi fattori. L’alta domanda è dovuta al crescente impiego di questo metallo nelle produzioni legate alla transizione energetica come i pannelli fotovoltaici e le batterie delle auto elettriche. Ed è un ottimo conduttore per apparecchiature elettroniche. Inoltre, così come per l’oro le sue quotazioni sono trainate dall’allentamento monetario della Federal Reserve. Il taglio dei tassi di interesse stimola gli acquisti di “safe asset” come i metalli preziosi per la loro natura di beni rifugio e riserva di valore.

Attenzione ai parallelismi facili con gli anni Ottanta. A quel tempo, i metalli preziosi correvano per l’alta inflazione e la conseguente ricerca di beni rifugio presso tutte le principali economie avanzate. Una crisi che era stata scatenata un decennio prima dal settore petrolifero, il quale iniziò a sprofondare con l’insediamento dell’amministrazione Reagan e la stretta monetaria da questa abbracciata per battere l’inflazione.

Negli anni successivi, oro e argento si sgonfiarono per il ritorno alla stabilità dei prezzi. Il greggio sarebbe ripartito definitivamente agli inizi del nuovo millennio tra tensioni in Medio Oriente e, soprattutto, sviluppo economico cinese.

Svolta epocale o mix di fattori?

Cosa ci segnala il superamento del prezzo del petrolio da parte dell’argento? Qualcuno potrebbe interpretarlo come il segnale di una svolta epocale, caratterizzata dall’abbandono crescente degli idrocarburi a favore delle energie alternative. Sarebbe più che altro una suggestione, nel senso che la transizione energetica contribuisce senza dubbio a sostenere il metallo giallo, ma dietro a questo sorpasso si cela tanto altro. E’ il segno anche di una minore capacità dell’OPEC di incidere sui prezzi internazionali. Gli USA oggi estraggono quasi 14 milioni di barili al giorno contro gli 8,5 milioni in media del 1980. Anche se la loro quota è diminuita, nel frattempo quella dell’OPEC è sprofondata dal 50% al 28%.

Ad essere mutati sono anche i rapporti di forza tra oro e argento. Servivano più di 90 once del secondo per acquistare un’oncia del primo, mentre oggi ne bastano circa 65,50. Un trend che storicamente ha segnalato la maggiore propensione al rischio del mercato, confortato dalla congiuntura economica positiva. Non è questo il caso. Il prezzo dell’argento corre insieme a quello dell’oro e all’insegna di quella che un numero crescente di analisti teme essere una bolla dei metalli preziosi. Il petrolio annaspa dopo che per anni era stato “gonfiato” da guerre, sanzioni e politica restrittiva dell’offerta dell’OPEC.

Prezzo di argento e petrolio al primo test geopolitico

Il superamento del prezzo dell’argento sul petrolio sarà stabile? Difficile prevederlo. Tanto per iniziare, in queste ore le quotazioni del secondo calano e l’amministrazione Trump ha inasprito ai massimi livelli l’embargo contro il greggio venezuelano. La pressione sul regime di Nicolas Maduro è alle stelle, un modo per sottrargli ossigeno con cui in questi anni è riuscito a sopravvivere a sanzioni, collasso economico, iperinflazione e proteste interne. Che forse il mercato profetizza una sua imminente caduta e un ritorno di Caracas alle esportazioni in un futuro sempre più vicino? Sarebbe un evento geopolitico di rilievo, trattandosi della prima economia al mondo per riserve petrolifere accertate.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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