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Oggi: 05 Dic, 2025

Ape sociale, accesso da 63 anni e 5 mesi anche nel 2026: ammessi, esclusi e tempi di domanda

L’ape sociale viene prorogata fino al 2026: ecco chi può richiederla, quanto spetta e quando presentare domanda
3 settimane fa
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pensione ape sociale
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L’APE sociale continuerà a essere disponibile fino al 31 dicembre 2026. La misura, prevista dall’articolo 39 del disegno di legge di bilancio 2026 (attualmente in fase di discussione parlamentare), mantiene inalterate tutte le condizioni di accesso già in vigore.

Si tratta, come noto, di uno strumento pensato per accompagnare verso la pensione di vecchiaia le categorie di lavoratori più fragili, offrendo un sostegno economico a partire dai 63 anni e 5 mesi di età. Originariamente in scadenza al 31 dicembre 2025, l’agevolazione è prorogata di un ulteriore anno, includendo anche coloro che matureranno i requisiti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2026.

Cos’è l’APE sociale e a chi si rivolge

L’APE sociale è un’indennità economica destinata a specifiche categorie di lavoratori che si trovano in condizioni di difficoltà lavorativa o personale.

L’importo corrisponde alla rata mensile della pensione calcolata al momento della domanda, ma non può superare 1.500 euro lordi al mese, erogati per 12 mensilità l’anno.

La somma non è cumulabile con altri strumenti di sostegno al reddito legati alla disoccupazione involontaria e viene corrisposta fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

I destinatari

Il beneficio spetta a chi ha almeno 63 anni e 5 mesi e rientra in una delle seguenti categorie:

  • disoccupati con almeno 30 anni di contributi, licenziati, dimessisi per giusta causa o con contratto a termine scaduto, purché abbiano lavorato almeno 18 mesi nei tre anni precedenti e concluso il periodo di indennità di disoccupazione;
  • caregiver, ossia persone con almeno 30 anni di contributi che assistono da almeno sei mesi un coniuge o un familiare convivente con handicap grave, oppure un parente di secondo grado convivente, nel caso in cui i genitori o il coniuge di quest’ultimo siano deceduti, mancanti o invalidi;
  • invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, con almeno 30 anni di contributi;
  • lavoratori impegnati in attività gravose, con almeno 36 anni di contributi, che abbiano svolto tali mansioni per sette degli ultimi dieci anni o per sei degli ultimi sette.

    Per alcune categorie, come operai edili, ceramisti e conduttori di impianti per ceramica e terracotta, il requisito si riduce a 32 anni.

Una specifica agevolazione è prevista per le donne: godono di una riduzione dei requisiti contributivi: un anno in meno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.

Durata e cumulabilità del trattamento Ape sociale

L’assegno dell’APE sociale viene corrisposto fino al compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. Ad oggi l’età è fissata a 67 anni, ma l’età per la pensione di vecchiaia aumenterà di 1 mese nel 2027 e di ulteriori 2 mesi nel 2028 (si degli adeguamenti legati alla speranza di vita).

Ai fini del calcolo dei 30 o 36 anni di contributi richiesti, è possibile utilizzare il cumulo dei periodi assicurativi maturati nelle diverse gestioni dell’INPS, con l’unica esclusione delle casse professionali.

La normativa attuale prevede inoltre l’incumulabilità del beneficio con redditi da lavoro dipendente o autonomo. L’unica eccezione riguarda il lavoro autonomo occasionale, entro un limite massimo di 5.000 euro lordi all’anno.

Qualora tale soglia venga superata, o il beneficiario riprenda un’attività lavorativa, l’interessato deve comunicarlo all’INPS entro 5 giorni dal verificarsi dell’evento.

Come accedere alla misura

Per ottenere APE sociale è necessario presentare una specifica domanda all’INPS, che verifica la presenza dei requisiti richiesti. La proroga al 2026 non modifica la struttura delle finestre temporali già previste, che rimangono tre:

  • dal 1° gennaio al 31 marzo – considerata istanza tempestiva;
  • dal 1° aprile al 15 luglio – seconda finestra utile;
  • dal 16 luglio al 30 novembre – finestra tardiva.

Le domande inviate oltre il 30 novembre vengono valutate solo se, dopo il monitoraggio delle richieste precedenti, restano risorse economiche disponibili. Questo sistema di controllo serve a garantire la sostenibilità finanziaria della misura.

Finalità e impatto sociale

L’APE sociale rappresenta un importante strumento di tutela per i lavoratori in condizioni di fragilità, offrendo loro la possibilità di anticipare l’uscita dal mercato del lavoro senza attendere l’età ordinaria per la pensione. È pensata per chi ha avuto carriere discontinue o faticose, per chi si trova in condizioni di salute difficili, oppure per chi svolge compiti di assistenza familiare che rendono complesso proseguire un’attività lavorativa continuativa.

Grazie alla proroga fino al 2026, molte persone che matureranno i requisiti nel corso del prossimo anno potranno beneficiare di questa opportunità, evitando un vuoto economico tra la fine dell’attività lavorativa e l’inizio della pensione di vecchiaia.

Un bilancio su Ape sociale

Dal suo avvio, l’APE sociale si è rivelata una soluzione utile per migliaia di cittadini italiani, in particolare per chi si trova in situazioni di disagio lavorativo o familiare. Pur essendo un intervento temporaneo e non una forma di pensionamento anticipato vera e propria, la misura consente una transizione più morbida verso la pensione, sostenendo economicamente chi non può più lavorare a causa di condizioni personali o di mercato.

La conferma delle stesse regole per il 2026 offre stabilità e continuità alle persone che contavano su questa possibilità, evitando incertezze interpretative o cambiamenti improvvisi. Allo stesso tempo, il limite massimo di 1.500 euro mensili e la mancata cumulabilità con altri redditi evidenziano la volontà del legislatore di mantenere l’APE sociale come un intervento mirato, rivolto solo a chi è realmente in difficoltà.

Riassumendo

  • L’APE sociale è prorogata fino al 31 dicembre 2026 con requisiti invariati.
  • Prevede un assegno massimo di 1.500 euro mensili per 12 mensilità.
  • Destinata a disoccupati, caregiver, invalidi e lavoratori con mansioni gravose.
  • Accesso possibile dai 63 anni e 5 mesi con almeno 30 o 36 anni contributivi.
  • Non cumulabile con altri redditi, salvo lavoro occasionale entro 5.000 euro annui.
  • Domande all’INPS in tre finestre annuali, fino a esaurimento delle risorse.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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