Ecco come andare in pensione a 63 anni con l’Anticipo pensionistico, ma attenzione ai requisiti

Con quali requisiti specifici si può andare in pensione a 63 anni e perché a volte si perde il diritto anche per poco.
1 anno fa
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Foto © Licenze Creative Commons

Una misura a metà strada tra una pensione e un ammortizzatore sociale, questo quello che è l’Anticipo pensionistico sociale, da cui l’acronimo di Ape. Dal 2017 la misura è in vigore e, forse, nonostante la sua scadenza il 31 dicembre prossimo, il Governo la confermerà anche per l’anno venturo. Evidente che si tratta di una misura piuttosto vantaggiosa che piace a molti. Perché il lavoratore trova così una valida alternativa alla pensione ordinaria, potendo lasciare il lavoro già a 63 anni. E perché lo Stato concede questa prestazione limitandola a delle platee di destinatari che hanno delle problematiche particolari di famiglia, di salute o di lavoro.

Ma la misura, che ha anche requisiti diversi in base alla categoria del destinatario, non è facile da centrare. E adesso vedremo perché, dal momento che molti contribuenti che hanno chiestocon l’Ape sociale, alla reiezione della domanda per i più svariati motivi.

“Salve a tutti, volevo chiedervi se è giusto che l’INPS non mi faccia rientrare nell’Ape sociale nonostante ho 63 anni di età e 31 anni di contributi (quindi anche di più dei 30 previsti). Ho mia madre invalida al 100%, a tal punto che prende l’accompagnamento. Per via di mia madre, donna sola e bisognosa di assistenza, sono rientrata nella mia terra di origine dopo anni da emigrante. A luglio ho cambiato la residenza rientrando nel mio Comune di origine e trasferendola a casa di mia madre. Ma l’INPS mi dice che non ho i requisiti della convivenza di 6 mesi con mia madre. Ma se nel 2024 la misura scompare, io perdo il diritto all’Ape sociale. Un vero disastro perché sono rientrata convinta di farcela a diventare pensionata.”

Ecco come andare in pensione a 63 anni con l’Anticipo pensionistico, ma attenzione ai requisiti

L’Ape sociale è una misura che è destinata solo a 4 tipologie di beneficiari.

Infatti la misura, che permette di uscire dal lavoro a partire dai 63 anni di età riguarda:

  • Caregivers;
  • Invalidi;
  • Lavoro gravoso;
  • Disoccupati.

Per i caregivers, gli invalidi e i disoccupati, con almeno 63 anni di età è richiesta una carriera contributiva di almeno 30 anni. Per chi svolge una delle attività gravose previste, il cui elenco è consultabile nella pagina dedicata alla misura sul sito istituzionale dell’INPS, ai 63 anni bisogna aggiungere una carriera minima di 36 anni di versamenti. Solo edili, ceramisti e poche altre attività gravose, godono del vantaggio di poter sfruttare la misura con 32 anni di versamenti.

Anticipo pensionistico sociale, ecco i requisiti specifici categoria per categoria per andare in pensione prima

Ma ai requisiti generali prima citati, la misura ne prevede altri specifici e differenti da categoria a categoria. E sono questi i requisiti che spesso tagliano fuori dalla misura, alcuni potenziali beneficiari. Per esempio, partendo dal quesito della nostra lettrice, per i caregivers età e contributi non bastano per poter accedere alla pensione con l’Ape sociale. Perché l’assistenza al parente disabile grave, deve essere iniziata almeno 6 mesi prima di presentare domanda. E quindi la nostra lettrice, come si è resa conto direttamente con l’INPS, non ha diritto alla prestazione. Infatti, per dimostrare che l’assistenza è iniziata da 6 mesi, serve la coabitazione del disabile, con il richiedente l’Anticipo pensionistico sociale.

Disoccupati, invalidi e lavoro gravoso, in pensione a 63 anni, ma serve altro

Come dicevamo, ogni categoria a cui si applica l’agevolazione dell’Ape sociale ha dei requisiti specifici da completare e che sono ulteriori rispetto all’età anagrafica ed alla contribuzione previdenziale. Per esempio, l’invalido deve essere riconosciuto tale dalle competenti commissioni mediche per le invalidità civili delle ASL, e in percentuale non inferiore al 74%. Per i disoccupati invece, serve che l’interessato abbia perduto il posto di lavoro indipendentemente dalla sua volontà.

Perché la misura è ad appannaggio di chi è nel perimetro della NASPI. E come tutti sanno, se le dimissioni dal posto di lavoro sono volontarie (salvo le dimissioni per giusta causa), la NASPI non si prende e di conseguenza nemmeno l’Ape sociale. Per quanto concerne invece il lavoro gravoso, questo deve essere ben indicato nelle buste paga e nei contratti di lavoro del diretto interessato alla pensione. E, oltretutto, il lavoro gravoso per cui si richiede l’Ape sociale, deve essere stato svolto dal richiedente per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per 6 degli ultimi 7 anni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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