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Oggi: 29 Dic, 2025

Aumento requisiti pensione con la manovra 2026: chi si salva e chi no con le regole 2027-2028

La legge di Bilancio 2026 (definitiva) ridisegna le pensioni: aumentano età e contributi dal 2027, con eccezioni per lavori gravosi e precoci
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La legge di Bilancio 2026 introduce un pacchetto articolato di interventi che riguarda occupazione, welfare e sistema previdenziale. Tra le misure più rilevanti trova conferma, dopo il via libera definitivo del Senato, quella relativa all’aumento requisiti pensione, tema che incide direttamente sui tempi di uscita dal lavoro di migliaia di persone.

Il provvedimento si inserisce nel meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita, ma con una modulazione graduale. Il legislatore ha, infatti, scelto di applicare l’incremento in modo attenuato nel primo anno e completo a partire dall’anno successivo. La revisione riguarda sia la pensione di vecchiaia sia la pensione anticipata ordinaria, con alcune eccezioni ben definite.

Aumento requisiti pensione: la versione definitiva dopo la manovra 2026

Per il solo anno 2027, l’aumento dei requisiti sarà limitato a un mese. Questa scelta consente una fase di transizione più morbida, evitando un salto immediato più consistente. L’intervento non coinvolge però tutti i parametri: restano invariati il requisito contributivo richiesto per la pensione di vecchiaia (20 anni ovvero 15 anni in specifiche condizioni) e l’età necessaria per accedere all’assegno sociale. Interessa poi il requisito contributivo per la pensione anticipata ordinaria.

Entrando nel dettaglio, nel 2027 l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia salirà dagli attuali 67 anni a 67 anni e un mese. Si tratta di una variazione contenuta, ma che segna comunque un passaggio importante nella programmazione delle uscite future. Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria, basata esclusivamente sui contributi versati, il requisito contributivo subirà anch’esso un lieve ritocco. Gli uomini dovranno raggiungere 42 anni e 11 mesi di contribuzione (oggi servono 42 anni e 10 mesi) , mentre per le donne saranno necessari 41 anni e 11 mesi (oggi servono 41 anni e 10 mesi).

Il quadro cambia in modo più significativo a partire dal 1° gennaio 2028. Da questa data scatterà l’incremento pieno, pari a ulteriori due mesi rispetto ai requisiti precedenti. L’età per la pensione di vecchiaia salirà quindi a 67 anni e tre mesi. Parallelamente, la pensione anticipata ordinaria richiederà 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne. In questo modo, l’aumento requisiti pensione diventerà strutturale e non più temporaneo.

Chi si salva dall’incremento dell’età pensionabile

La normativa, tuttavia, non si limita a fissare nuovi limiti uguali per tutti. Sono infatti previste importanti esclusioni per alcune categorie di lavoratori, riconosciute come meritevoli di una tutela rafforzata a causa delle condizioni di lavoro svolte. Gli incrementi previsti per il 2027 e dal 2028 non si applicheranno a questi soggetti, a condizione che al momento del pensionamento non risultino già beneficiari dell’APE sociale.

Una prima categoria riguarda i lavoratori dipendenti impegnati in attività considerate gravose. Per rientrare nell’esclusione, è necessario che tali mansioni siano state svolte per almeno sette anni negli ultimi dieci oppure per almeno sei anni negli ultimi sette. Le professioni interessate sono quelle elencate nell’Allegato B della legge n. 205 del 2017. A ciò si aggiunge il requisito di un’anzianità contributiva non inferiore a 30 anni.

Un’altra esclusione è prevista per chi svolge lavori usuranti o notturni. In questo caso il riferimento normativo è il decreto legislativo n. 67 del 2011, che individua in modo preciso le attività considerate particolarmente faticose. Anche per questi lavoratori è richiesto il rispetto delle condizioni stabilite dal decreto e il possesso di almeno 30 anni di contributi.

Infine, il legislatore tutela anche i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che possono accedere alla pensione con un requisito contributivo ridotto a 41 anni. L’esclusione dall’aumento requisiti pensione vale se tali soggetti sono stati impiegati in lavori gravosi per almeno sei anni negli ultimi sette, oppure in attività usuranti per almeno sette anni negli ultimi dieci o per almeno la metà dell’intera vita lavorativa.

Aumento requisiti pensione: una misura per la sostenibilità del sistema

Nel complesso, la riformulazione dei requisiti pensionistici disegnata dalla legge di Bilancio 2026 punta a garantire la sostenibilità del sistema nel medio-lungo periodo, cercando allo stesso tempo di preservare un equilibrio sociale.

L’aumento graduale consente un adattamento progressivo, mentre le deroghe riconoscono le differenze tra le diverse storie lavorative. Il risultato è un intervento che, pur introducendo nuovi vincoli, mantiene spazi di flessibilità per chi ha svolto lavori più pesanti o ha iniziato a contribuire molto presto.

Riassumendo

  • La legge di Bilancio 2026 conferma l’aumento requisiti pensione con applicazione graduale.
  • Nel 2027 i requisiti per pensione di vecchiaia e anticipata crescono di un mese.
  • L’età per la pensione di vecchiaia passa a 67 anni e un mese nel 2027.
  • Dal 2028 l’aumento requisiti pensione diventa pieno con ulteriori due mesi.
  • Crescono anche i contributi richiesti per la pensione anticipata ordinaria.
  • Esclusioni previste per lavori gravosi, usuranti e lavoratori precoci.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.