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Oggi: 12 Dic, 2025

Pensioni 2026, uscite anticipate tra conferme e stop: cosa cambia (e cosa no)

Le pensioni 2026 portano conferme e cambiamenti: requisiti, proroghe e misure che definiranno le reali possibilità di uscita dal lavoro
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La discussione sulla legge di bilancio del 2026 è ancora in corso, ma il quadro che si delinea sul tema delle pensioni 2026 appare già piuttosto definito. Le indicazioni raccolte nel testo della manovra mostrano una linea di “quasi” continuità con l’anno che sta per chiudersi, soprattutto per quanto riguarda i requisiti anagrafici e contributivi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia. Allo stesso tempo emergono conferme, proroghe selettive e alcune esclusioni che incidono in modo significativo sulle possibilità di uscita “anticipata” dal lavoro.

Requisiti per la pensione di vecchiaia: nessuna modifica per il 2026

Anche per il 2026, l’accesso alla pensione di vecchiaia rimarrà ancorato ai parametri attualmente in vigore.

L’età necessaria per lasciare il lavoro continuerà a essere fissata a 67 anni, accompagnata da un minimo di 20 anni di contribuzione. Ad ogni modo, in alcuni casi per la pensione vecchiaia basteranno anche solo 15 anni di contributi (fermo restando il requisito anagrafico).

Per chi ha iniziato la propria storia contributiva dopo il 1995, vale una regola aggiuntiva: l’importo dell’assegno maturato deve raggiungere almeno il valore dell’Assegno Sociale, pari nel 2025 a 538,69 euro. È una soglia che tutela la sostenibilità del sistema e garantisce un livello minimo di prestazione a chi rientra nel metodo contributivo puro.

Per il 2026 non scatterà alcun adeguamento dei requisiti alla speranza di vita. Il primo incremento, seppur lieve, è previsto solo dal 2027, quando l’età richiesta per la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni e un mese. Si tratta di un innalzamento modesto, che però segna l’avvio di una nuova fase di aggiornamento progressivo dei requisiti. Infatti, nel 2028 serviranno 67 anni e 3 mesi.

Pensioni 2026, APE sociale: proroga fino a fine 2026

Una delle conferme più rilevanti riguarda l’APE sociale, lo strumento che consente a specifiche categorie di lavoratori di lasciare l’impiego con un anticipo significativo. La misura resterà accessibile fino al 31 dicembre 2026, accompagnando verso il ritiro chi ha raggiunto 63 anni e 5 mesi.

L’indennità viene calcolata sulla base della contribuzione maturata e rappresenta un ponte verso la pensione vero e propria. Potranno usufruirne:

  • lavoratori senza occupazione perché licenziati o per scadenza del contratto;
  • persone che assistono un familiare convivente con disabilità grave;
  • lavoratori con invalidità almeno al 74%;
  • dipendenti impegnati in mansioni particolarmente gravose.

L’accesso richiede almeno 30 anni di contributi, che diventano 36 anni per chi svolge professioni classificate come gravose. La proroga, offre, quindi una continuità importante a chi si trova in condizioni di particolare fragilità sociale o lavorativa.

Stop a Quota 103 e Opzione Donna: cosa significa davvero

Nel testo della manovra non compaiono, almeno per ora, nuove estensioni di Quota 103 o di Opzione Donna. L’assenza di proroghe non cancella però il diritto per chi avrà maturato i requisiti entro la scadenza prevista. Questo principio, noto come cristallizzazione del diritto alla pensione, garantisce che chi ha raggiunto i requisiti durante la validità della legge possa accedere comunque alla pensione, anche se la misura non viene confermata negli anni successivi.

Per Quota 103 restano validi i criteri da maturare entro il 31 dicembre 2025:

  • 62 anni di età,
  • 41 anni di contributi.

Per Opzione Donna, invece, il limite temporale resta il 31 dicembre 2024, con possibilità di uscita per le lavoratrici che soddisfano, entro detta data:

  • 61 anni di età, ridotti a 60 per chi ha un figlio e a 59 per chi ne ha due o più;
  • 35 anni di contributi;
  • appartenenza a una delle categorie previste dalla norma: lavoratrici invalide, caregiver di un familiare con disabilità grave oppure licenziate a seguito di crisi aziendale.

Pensione anticipata ordinaria: nulla cambia fino al 2026

Resta stabile per il 2026 anche il sistema della pensione anticipata ordinaria. I requisiti restano, a prescindere dall’età anagrafica:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne.

Dal 2027 è previsto un adeguamento graduale legato all’aspettativa di vita: un mese in più dal 2027, seguito da altri due mesi dal 2028. Un percorso progressivo che evita salti troppo bruschi nei requisiti di uscita.

Uno sguardo d’insieme sulle pensioni 2026

Il quadro delle pensioni 2026 appare, dunque, improntato alla “quasi” continuità. Il sistema non cambia struttura e mantiene stabili la maggior parte dei canali di uscita, con poche aperture e alcune chiusure importanti. La proroga dell’APE sociale rappresenta un sostegno per chi vive condizioni lavorative o personali delicate, mentre il mancato rinnovo di Quota 103 e Opzione Donna restringe le opportunità di pensionamento anticipato per i prossimi anni.

In attesa del testo definitivo della manovra, ciò che emerge è un impianto prudente, orientato alla stabilità dei conti e alla gestione graduale dei futuri adeguamenti legati alla longevità della popolazione. Ad ogni modo, in fase conclusiva di approvazione della finanziaria potrebbe ancora arrivare qualche sorpresa.

Riassumendo le pensioni 2026

  • Nel 2026 i requisiti per la pensione di vecchiaia restano invariati.
  • Nessun adeguamento all’aspettativa di vita prima del 2027.
  • APE sociale prorogata fino al 31 dicembre 2026.
  • Nessuna proroga per Quota 103 e Opzione Donna.
  • Cristallizzato il diritto per chi matura i requisiti entro le scadenze previste.
  • Requisiti della pensione anticipata ordinaria restano invariati fino al 2026.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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