I contribuenti italiani possono ricevere dall’INPS la principale prestazione assistenziale prevista per chi non ha diritto a una pensione al compimento dei 67 anni di età: l’Assegno Sociale. La misura, essendo assistenziale, è collegata al possesso di specifici requisiti reddituali. Proprio grazie a questi limiti di reddito, particolarmente bassi, alcuni soggetti possono percepire sia l’Assegno Sociale sia l’Assegno di Inclusione (ADI).
Si tratta infatti del sussidio destinato ai nuclei fragili in condizioni di povertà assoluta. Nel 2025 l’Assegno Sociale vale 538,69 euro al mese, mentre l’Assegno di Inclusione per un singolo è pari a 541,66 euro. Per gli over 67 l’importo dell’ADI sale a 682,50 euro al mese.
Entrambe le prestazioni aumenteranno nel 2026 per effetto della perequazione. In ogni caso, Assegno Sociale e ADI sono cumulabili, e chi già percepisce l’Assegno Sociale dovrebbe valutare seriamente di presentare domanda per l’Assegno di Inclusione.
Assegno Sociale, ecco la misura per chi non ha la pensione
La misura spetta a chi, arrivato a 67 anni, non ha maturato il diritto alla pensione di vecchiaia. È il caso comune di chi non raggiunge i 20 anni di contributi, oppure — per i contributivi puri con primo accredito dopo il 1995 — non arriva a una pensione pari almeno all’importo dell’Assegno Sociale.
Per ottenere la prestazione occorre avere:
- reddito personale non superiore all’importo annuo dell’Assegno Sociale;
- in caso di coniugati, reddito coniugale non superiore al doppio.
L’Assegno Sociale è una misura a integrazione del reddito. L’importo pieno (538,69 euro mensili nel 2025) spetta a chi ha redditi pari a zero o, nel caso dei coniugati, a chi ha un reddito mensile pari o inferiore all’importo completo dell’assegno.
Chi percepisce un reddito più elevato deve sottrarre dall’importo massimo dell’assegno il valore mensile del proprio reddito.
Assegno di Inclusione, di cosa si tratta?
L’Assegno di Inclusione ha sostituito il Reddito di Cittadinanza ed è a tutti gli effetti un sussidio contro la povertà. Viene erogato tramite una card simile alle comuni carte di pagamento, con possibilità di prelievo parziale e utilizzo per l’acquisto di beni essenziali.
L’ADI spetta a chi ha un reddito familiare fino a 6.500 euro annui, cifra adeguata tramite la scala di equivalenza basata sulla composizione del nucleo. È inoltre necessario avere un ISEE non superiore a 10.140 euro.
Per un singolo l’importo massimo è di 541,66 euro al mese, cui può aggiungersi una componente affitto fino a circa 300 euro, se il nucleo vive in locazione con regolare contratto registrato.
Per nuclei composti interamente da over 67 o invalidi, gli importi cambiano:
- quota base: 682,50 euro al mese,
- componente affitto: 162,50 euro.
L’ADI è anch’esso una misura a integrazione del reddito, quindi gli importi massimi si ottengono solo con reddito zero.
Pensionati senza contributi ma con ADI e Assegno Sociale insieme: novità e calcoli
Due misure integrative del reddito, quindi cumulabili. A 67 anni un titolare di Assegno Sociale può anche richiedere l’Assegno di Inclusione, e viceversa.
La prestazione principale resta l’Assegno Sociale. Nel momento in cui si richiede l’ADI, questo viene ricalcolato tenendo conto del nuovo reddito familiare, compreso l’importo dell’Assegno Sociale.
In linea teorica, al netto di altri redditi, un singolo beneficiario della misura piena dovrebbe ricevere:
- 538,69 euro;
- più un’integrazione ADI pari a: 682,50 – 538,69 = 143,81 euro al mese nel 2025.
Si tratta delle somme attualmente note. Nel 2026, sia l’Assegno Sociale sia l’ADI dovrebbero aumentare dell’1,4%, in base al tasso di inflazione previsto.
