Sembrava che la vicenda fosse stata chiusa dall’offerta di Netflix per accaparrarsi le attività di Warner Bros. da 82,7 miliardi di dollari. Invece, ieri è arrivato l’annuncio di Paramount Skydance di un’offerta alternativa che valorizza gli studios californiani 108,4 miliardi. Gli azionisti riceveranno 30 dollari per la consegna di ciascun titolo, un premio del 37% sul prezzo di chiusura di venerdì scorso e del 139% rispetto al prezzo “undisturbed” del 10 settembre scorso. La concorrente aveva offerto 27,75 dollari, di cui 23,25 dollari cash e 4,50 dollari in azioni. Tuttavia, questa offerta non include i canali via cavo di Warner Bros., tra cui la CNN. Il mercato dei media negli Stati Uniti è ufficialmente teatro di una “guerra” tra colossi senza precedenti nell’era moderna.
Ellison scuote mercato dei media con controfferta su Warner Bros.
Nel giustificare la bontà della sua operazione, il CEO di Paramount, David Ellison, ha notato che l’integrazione tra Netflix e Warner Bros. risulterebbe di difficile realizzazione. Infatti, i due insieme conquisterebbero il 43% del mercato dei video on demand nel mondo. Diversi stati dell’Unione Europea, ha rilevato, avrebbero difficoltà ad autorizzare la fusione tra il primo e il secondo o terzo operatore sui rispettivi mercati. L’operazione genererebbe un peggioramento della qualità dei contenuti e prezzi più alti, oltre che la distruzione di posti di lavoro.
Operazione con genero di Trump e fondi arabi
Un terremoto per il mercato dei media a stelle e strisce. Paramount era entrata in trattative con Warner Bros. fino alla scorsa settimana, quando la sua offerta era stata scartata a favore di quella di Netflix. Ieri, il suo titolo ha chiuso in forte rialzo del 9%, segno che gli investitori hanno apprezzato il lancio della “scalata ostile” sul 100% delle azioni Warner Bros.
Questa replicherà entro il 19 dicembre.
Il presidente Donald Trump non è uno spettatore passivo della vicenda. Dopo l’annuncio di Netflix, aveva rimarcato che l’integrazione tra i due colossi porrebbe questioni di concorrenza. E senza l’autorizzazione del suo governo, l’operazione non si potrà fare. C’è molto di più. Suo genero Jared Kushner è direttamente coinvolto nel finanziamento dell’offerta di Paramount, insieme a RedBird (la società che controlla il Milan) e i fondi sovrani di Arabia Saudita (PIF) e Qatar (QIA).
CNN nel bouquet di Paramount?
Ellison stesso ha dichiarato che non intende parlare direttamente con il presidente, data la situazione che lo riguarda sul piano familiare. Confida, però, sul suo sostegno alla concorrenza anche sul mercato dei media. Il CEO è figlio del miliardario Larry, fondatore di Oracle, società di cui è presidente dal 2014 e amico stretto di Trump. Pur essendo stato di centro-sinistra, negli ultimi tempi sta cambiando impostazione a favore di quello che considera “il 70% degli americani che sta nel mezzo”. E promette l’integrazione tra la CBS e la CNN nel caso in cui l’operazione andasse in porto.
Warner Bros. è proprietaria anche di HBO, l’emittente televisiva via cavo di grande successo negli ultimi anni. In gioco c’è la produzione di contenuti con risvolti anche culturali negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
L’integrazione con Netflix è fumo negli occhi per la destra americana, visto che esiterebbe la nascita di un gigante cosiddetto “woke”. Sono tutti argomenti sensibili per la politica americana. CNN è forse la principale rete dei progressisti americani e con ampia diffusione nel mondo. Nemica giurata del presidente e dei repubblicani, rischia ora di finire nelle mani di una rivale dalle inclinazioni culturali più moderate.
Rivoluzione sul mercato dei media USA
Come finirà? Il tempo lo dirà. Le cifre in gioco sono irraggiungibili per gli attori sul mercato dei media europeo. E anche questo dato ci dà la misura delle distanze con i giganti americani. Stando ai dati Nielsen, i telespettatori trascorrono su Netflix l’8% del tempo contro l’8,2% su Paramount. Chiunque la spunti, porterà a casa un risultato che sembra andare oltre il semplice mercato dei media. Avrà un certo potere negoziale con la Casa Bianca e che potrà fare valere in una Washington radicalizzata come mai prima.
giuseppe.timpone@investireoggi.it