L’ISTAT ha reso noto oggi il dato preliminare sull’inflazione nel mese di novembre, che sarebbe rimasta invariata all’1,2% su base annua. Nel dettaglio, gli alimentari non lavorati decelerano i rincari da +1,9% a +1,4% e così anche i trasporti da +2% a +0,8%. Accelerano il calo i beni energetici regolamentati da -0,5% a -3,3%. Al contrario, accelerano gli alimentari lavorati da +2,5% a +2,7% e si riduce il calo per beni energetici non regolamentati da -4,9% a -4,4% e per i beni durevoli da -0,8% a -0,1%. Su base mensile, i prezzi al consumo in Italia risultano in calo per il terzo mese consecutivo e segnano -0,2% su ottobre.
Giù costo della vita
Questo è forse il dato saliente sull’inflazione ISTAT di novembre. Il trend congiunturale ci permette di capire meglio la direzione in cui si stanno muovendo i prezzi in Italia quasi in tempo reale. Rispetto ad agosto il costo della vita in media risulta diminuito dello 0,65%. E il livello dei prezzi si è riportato ai minimi dal marzo scorso. Una buona notizia per i consumatori, perché segnala che il costo della vita avrebbe smesso di salire.
L’inflazione “core”, al netto di generi alimentari freschi ed energia, rallenta anch’essa da +1,9% a +1,8%. Da notare che l’ISTAT ha rivisto al ribasso il dato di ottobre, che era stato dato a +2%. Stando ai dati appena pubblicati, anche i prezzi “core” in Italia si sarebbero contratti dello 0,35% rispetto al mese di ottobre e ai minimi dal maggio scorso. Decelerano i rincari anche per il cosiddetto “carrello della spesa”, cioè il paniere composto da generi alimentari e prodotti per la casa e la cura della persona.
Passano da +2,1% a +1,9%, pur restando nettamente sopra la media.
Prezzi in Italia in calo, ma tassi fermi a dicembre
Ad ottobre l’Italia si confermava tra le economie dell’Eurozona con il più basso tasso di crescita annuale dei prezzi. Ed è probabile che sarà così anche a novembre. Anche in Francia l’inflazione è rimasta invariata allo 0,9%, mentre non disponiamo ancora delle stime sulla Germania. In lieve calo in Spagna dal 3,1% al 3%. Dati che prospettano un’inflazione stabile o leggermente in calo nell’intera area, anche se ciò non spingerebbe la Banca Centrale Europea a valutare un nuovo taglio dei tassi di interesse a dicembre.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
