Non è facile andare in pensione e sarà sempre più complicato negli anni a venire. Stando alle più recenti tendenze della previdenza sociale italiana, infatti, i requisiti per accedere alla pensione aumentano costantemente. E probabilmente le misure di pensionamento anticipato diventeranno sempre più rare, anche se dal governo sembra trapelare l’intenzione di confermare Opzione Donna e Quota 103 anche per il 2026, nonostante nella bozza della manovra entrambe risultino assenti. Eppure, anche nel 2026 ci sarà chi potrà finalmente dire addio al lavoro a 64 anni di età. Una possibilità riservata a chi rientra nel sistema contributivo puro, ma con una postilla che sembra quasi un trucco e che permette di accedere alla pensione a 64 anni anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996.
Pensioni a 64 anni di età: ecco il trucco per andarci nel 2026
La pensione a 64 anni è una possibilità destinata a chi ha il primo accredito contributivo – a qualsiasi titolo – successivo al 1995. Sembrava in procinto di essere introdotta una misura che consentisse il pensionamento anche a chi aveva versamenti anteriori a tale data, ma alla fine non è stato fatto nulla.
Oggi possiamo dire che a 64 anni escono solo i cosiddetti contributivi puri, anche se, come vedremo, esiste un’opzione che può superare questa limitazione. Anche nel 2026 la pensione a 64 anni resterà accessibile solo a chi ha il primo versamento collocato interamente nel periodo contributivo.
Non a caso la misura si chiama pensione anticipata contributiva. In estrema sintesi, per accedervi nel 2026 serviranno:
- Almeno 20 anni di contributi versati
- Primo versamento dopo il 31 dicembre 1995
- Almeno 64 anni di età
- Importo della pensione non inferiore a tre volte l’assegno sociale
Pensioni a 64 anni di età: ecco il trucco per andarci nel 2026
Anche nel 2026 ci sarà un canale agevolato per le donne e sarà possibile utilizzare i fondi pensione integrativi, a determinate condizioni, per raggiungere le soglie richieste.
Per le lavoratrici resta invariata la riduzione dell’importo minimo della pensione, che può essere inferiore alle tre volte l’assegno sociale.
In particolare:
- per le donne con un solo figlio basta una pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale;
- per quelle con più figli è sufficiente 2,6 volte.
Per raggiungere queste soglie, uomini e donne – indipendentemente dal numero di figli – possono sommare alla pensione INPS anche la rendita maturata nei fondi integrativi, purché in possesso di almeno 25 anni di contributi (e quindi non i 20 normalmente richiesti dalla misura).
È importante ricordare che, per la pensione anticipata contributiva, nel calcolo dei 20 anni non sono ammessi contributi figurativi o non effettivi.
È possibile però raggiungere i 20 anni tramite cumulo, ma solo se i contributi provengono da casse o fondi che calcolano la pensione interamente con il sistema contributivo.
Anche con il Computo nella Gestione Separata uscite a 64 anni
Come è evidente, la misura si fonda sul calcolo contributivo e riguarda chi risulta iscritto per la prima volta alla Previdenza Sociale dopo il 1995. Ma esiste una soluzione per chi, invece, possiede contributi antecedenti al 31 dicembre 1995.
La soluzione è il computo nella Gestione Separata INPS. Per accedervi servono alcuni requisiti.
- Almeno 15 anni di contribuzione totale.
- Almeno 5 anni versati dopo il 1995.
- Meno di 18 anni versati prima del 1996.
Per attivare il computo è sufficiente anche un solo contributo versato nella Gestione Separata INPS.