Con l’avvicinarsi della scadenza del saldo IMU 2025, fissata per il 16 dicembre, si chiude il percorso iniziato a giugno con il primo versamento (acconto). Questo appuntamento coinvolge tutti coloro che detengono un immobile, sia in qualità di proprietari sia come titolari di un diritto reale, come usufrutto o enfiteusi.
La normativa stabilisce con precisione chi è chiamato a pagare e in che modo debba essere ripartito l’obbligo nei casi in cui un bene risulti condiviso da più persone.
Chi è obbligato a pagare l’IMU
L’IMU, Imposta Municipale che interessa la maggior parte degli immobili posseduti in Italia, si applica a chi possiede un fabbricato, un’area edificabile o un terreno, indipendentemente dal fatto che lo utilizzi personalmente o meno.
La regola generale è che a rispondere del tributo è chi detiene il diritto sull’immobile.
Quando su un’abitazione grava un usufrutto, il soggetto tenuto al pagamento non è il nudo proprietario, ma chi esercita il diritto di godimento. Chi vive nell’immobile grazie all’usufrutto sostiene l’intera imposta, poiché la legge attribuisce a lui il ruolo di contribuente principale. Diversa è la situazione dell’affitto e del comodato: in questi casi, anche se l’immobile è occupato da altri, il pagamento resta a carico del proprietario. Né l’inquilino né il comodatario subentrano negli obblighi IMU, poiché non hanno alcun diritto reale sull’immobile.
La gestione del tributo negli immobili condivisi
Uno dei punti che spesso genera dubbi riguarda gli immobili posseduti da più persone. La disciplina chiarisce che ogni contitolare paga la quota di IMU corrispondente alla sua percentuale di proprietà.
Se la proprietà è divisa a metà, ogni comproprietario calcola e verserà il 50% del totale.
Questo meccanismo consente a ciascun interessato di adempiere ai propri obblighi in modo autonomo, evitando l’insorgere di responsabilità aggiuntive. Non si tratta di un tributo in cui i comproprietari rispondono gli uni per gli altri: la legge non prevede alcuna responsabilità solidale.
Pagamento IMU: nessuna solidarietà tra i comproprietari
La normativa IMU contenuta nella legge di bilancio 2020 (commi 738-783), e in particolare il comma 743, stabilisce con chiarezza che ogni contribuente risponde solamente della propria quota. L’IMU è considerata un’imposta personale, collegata direttamente alla frazione di immobile posseduta da ciascun soggetto. Di conseguenza, un comportamento inadempiente di uno dei comproprietari non si ripercuote sugli altri.
Per comprendere meglio il principio, può essere utile un caso concreto. Si immagini che un immobile, non utilizzato come abitazione principale, sia intestato al 50% a due fratelli. Ciascuno di loro è chiamato a versare la metà dell’imposta complessiva. Se uno dei due non effettua il pagamento del saldo IMU, il Comune non potrà rivalersi sull’altro per recuperare quanto dovuto. L’ente potrà intervenire esclusivamente nei confronti del soggetto che non ha adempiuto, applicando anche le eventuali sanzioni e gli interessi del caso.
Il comproprietario che si accorga dell’omesso/insufficiente pagamento può comunque regolarizzare la propria posizione attraverso il cosiddetto ravvedimento operoso, rimediando prima che l’amministrazione avvii un controllo.
Ricordiamo che sull’abitazione principale non di lusso c’è esenzione IMU.
Perché la legge ha scelto questo modello
L’assenza di solidarietà tra i comproprietari non è casuale. Il legislatore ha voluto dare certezza ai contribuenti, evitando che una persona debba rispondere del comportamento di un’altra. Si tratta di un principio che tutela chi possiede solo una percentuale del bene e che non deve farsi carico degli errori o delle dimenticanze altrui.
Il meccanismo si fonda sul presupposto che il possesso di un immobile, o di una sua parte, rappresenti l’unico elemento rilevante per determinare l’obbligo tributario. Ogni comproprietario risponde quindi della propria posizione fiscale in maniera indipendente.
Saldo IMU 2025: un adempimento da non sottovalutare
Il pagamento del saldo IMU 2025 rappresenta un passaggio essenziale nella gestione fiscale degli immobili. La disciplina, pur essendo dettagliata, punta a garantire chiarezza e coerenza, soprattutto nelle situazioni in cui un bene è detenuto da più soggetti. Sapere con precisione come ripartire il tributo ed evitare equivoci sulla responsabilità permette di affrontare l’obbligo con maggiore tranquillità.
La scadenza di dicembre è dunque l’occasione per verificare la propria posizione, controllare le quote di possesso e assicurarsi che tutto sia in ordine. La corretta gestione dei versamenti evita contestazioni future e consente di mantenere un rapporto sereno con il fisco locale.
Riassumendo
- Il saldo IMU 2025 chiude gli obblighi iniziati con l’acconto di giugno.
- L’imposta è dovuta da proprietari e titolari di diritti reali sugli immobili.
- Nell’usufrutto paga l’usufruttuario; in affitto e comodato paga sempre il proprietario.
- Nei beni condivisi ogni comproprietario versa solo in base alla propria quota.
- La legge esclude la responsabilità solidale tra comproprietari per il pagamento IMU.
- Eventuali omissioni sono imputate solo al soggetto inadempiente, con possibili sanzioni.