Dichiarare guerra al nemico, partire per combatterla e accorgersi subito dopo di disporre solo di qualche pistola ad acqua. E’ la scoperta ingloriosa che l’Unione Europea ha fatto in queste settimane sui chip e dopo che pensava di poterla spuntare con la Cina. Alla fine di settembre, il governo olandese aveva assunto il controllo temporaneo di Nexperia, principale società europea produttrice di semi-conduttori in Europa. La controllante cinese Wingtech Technology era finita nella “black list” di Washington e per questo Amsterdam aveva persino rimpiazzato il CEO.
Cina col coltello dalla parte del manico
La mossa si era rivelata subito un azzardo.
Infatti, Nexperia mandava in Cina i chip semi-lavorati per farseli rispedire dopo la lavorazione finale. Ma Pechino ha vietato le esportazioni verso l’Unione Europea, mettendone in poco tempo in ginocchio l’industria. Dalla tecnologia alle armi, passando per il comparto green e automotive, le fabbriche stavano rischiando di restare a corto anche delle terre rare, 17 metalli estremamente importanti ai giorni nostri. Il governo cinese aveva vietato anche le loro esportazioni per mettere pressione a Bruxelles.
Dietrofront imbarazzante per UE
E quando in Germania si iniziava a discutere di “settimana corta” o persino di sospendere la produzione di auto, ecco arrivare il passo indietro dei Paesi Bassi. Ieri, è arrivato l’annuncio che Nexperia sarà nuovamente sotto il controllo di Wingtech. Il ministro dell’Economia, Vincent Karremans, aveva preannunciato nei giorni scorsi “colloqui costruttivi” con le controparti cinesi, oltre che Bruxelles e gli alleati. Una calata di braghe imbarazzante, che ha rimarcato ulteriormente la dipendenza strategica dell’UE dal resto del mondo.
La seconda volta in due mesi. In estate era arrivato l’accordo sui dazi con gli Stati Uniti dopo che la Commissione aveva minacciato fuoco e fiamme. Un bluff rivelatosi per quello che era sembrato sin dall’inizio. Senza il mercato di sbocco americano, l’economia continentale entrerebbe in recessione. L’amministrazione Trump lo sapeva e aveva previsto che i commissari avrebbero avuto le armi spuntate al tavolo negoziale. Sui chip è stato lo stesso, ma stavolta con l’altra grande potenza mondiale.
Crisi dei chip svela impotenza europea
Il caso è grave, perché svela la scarsa capacità di giudizio della politica europea. Azioni come quelle del governo olandese non hanno alcun senso, se risultano insostenibili sin dall’inizio. Cosa sperava di ottenere espropriando Nexperia? Pensava di piegare la Cina ed eventualmente in che modo? Pechino ha potuto testare la scarsa resistenza dell’avversario, cosa che le darà maggiore coraggio nel prossimo futuro in relazione ai vari dossier aperti e che si apriranno. L’UE precipita ancora più in basso nei consessi internazionali. Non sa quale ruolo ritagliarsi in un mondo le cui nuove regole stanno venendo scritte dai suoi competitor senza essere neanche considerata.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
