Giovedì 13 novembre il Tesoro terrà un’asta per l’emissione di quattro titoli di stato a medio-lungo termine. L’obiettivo della raccolta è stato fissato in 8 miliardi di euro al massimo. C’è tempo fino a domani per le prenotazioni del pubblico. Uno dei bond offerti è il nuovo BTp a 30 anni (ISIN: IT0005668238). Per la precisione, si tratta della seconda tranche dopo l’emissione a settembre tramite collocamento sindacato. L’importo destinato a questa scadenza è di 1,5 miliardi. Altri 300 milioni saranno offerti all’asta supplementare di venerdì 14, riservata agli “Specialisti in titoli di stato”.
Prezzi in forte rialzo dall’emissione
Il BTp a 30 anni offre cedola fissa annuale lorda del 4,65%.
Al netto dell’imposta, circa il 4,07%. Tuttavia, rispetto all’emissione di appena un paio di mesi fa è cambiato molto. Il tratto lungo della curva ha visto scendere i rendimenti nelle ultime settimane. Di fatti, il trentennale italiano è passato dall’offrire il 4,70% al 4,35% di oggi. Parimenti, forte rialzo dei prezzi. In effetti, la quotazione sul mercato secondario è salita fino a un massimo di 106,70 ad ottobre. Oggi, viaggia appena sotto 105,80.
In pratica, chi acquistò il nuovo BTp a 30 anni agli inizi di settembre, è riuscito a rivendere realizzando una plusvalenza fino al 7% e che ad oggi sfiora il 6%. Il rendimento netto per chi compra oggi è di poco inferiore al 3,80%. Il vero limite di questo bond riguarda proprio il prezzo. Le famiglie sono solite optare per quotazioni sotto la pari. Invece, qui bisogna spendere quasi 1.060 euro per portarsi a casa un lotto minimo di 1.000 euro. Questo aspetto può disincentivare tanti piccoli investitori.
Rischio da variazione del rendimento
Solamente per compensare il maggiore esborso rispetto al valore nominale bisognerà incassare quasi tre cedole semestrali al netto dell’imposta. Se l’obiettivo dell’investimento fosse perlopiù speculativo, però, il BTp a 30 anni offre prospettive interessanti. La sua duration modificata di 16,05 consente elevati guadagni in conto capitale all’abbassarsi del rendimento.
D’altra parte, se il rendimento risalisse, la quotazione scenderebbe bruscamente.
BTp a 30 anni investimento ottimale con bassa inflazione
Come sempre avvertiamo in questi casi, l’investimento è adatto solo a coloro che possono permettersi di rinunciare al capitale per un periodo di tempo anche lungo per evitare di subire perdite. In caso contrario, meglio optare per scadenze medio-brevi. Per gli investitori cassettisti il BTp a 30 anni offre, comunque, una cedola effettiva netta (rapportata alla quotazione) del 3,85%. Ottimo in un contesto di bassa inflazione.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
