Secondo un’analisi della Banca d’Italia presentata durante l’audizione sulla manovra di bilancio 2026, l’età per il pensionamento è aumentata, negli anni, in modo significativo, con effetti rilevanti sia sul mercato del lavoro sia sulla spesa pubblica.
Dal 2021 al 2024 l’età necessaria per accedere alla pensione è cresciuta di circa cinque anni. A questa tendenza si aggiungeranno ulteriori incrementi nei prossimi anni: nel 2027 salirà di un mese e nel 2028 di altri due. Si tratta di un adeguamento legato alla regola che collega automaticamente l’età pensionamento all’aumento dell’aspettativa di vita.
Cosa dice la manovra 2026 sull’aumento età pensionamento
In base alle stime, senza la nuova misura introdotta dalla manovra 2026, l’incremento per andare in pensione di vecchiaia dal 2027 sarebbe stato di tre mesi, portando la soglia a 67 anni e 3 mesi.
Tuttavia, una norma contenuta in manovra prevede un aumento graduale: 67 anni e 1 mese nel 2027 e 67 anni e 3 mesi nel 2028.
Questo meccanismo diluito nel tempo mira a rendere più graduale l’adeguamento, evitando impatti troppo bruschi per chi si avvicina all’età pensionamento. Previsto, comunque, il blocco aumento età pensione per gli usuranti e i gravosi.
Aumento età pensionamento: un cambiamento profondo nel mondo del lavoro
L’evoluzione dell’età pensionamento ha avuto effetti diretti sulla partecipazione degli over 55 al mercato del lavoro. Dall’analisi Bankitalia emerge che dal 2001 al 2024, l’età media effettiva di uscita dal lavoro è salita di oltre cinque anni, arrivando a 64,6 anni. Nello stesso periodo, la quota di persone tra i 55 e i 64 anni ancora occupate è più che raddoppiata: dal 28,2% al 61,3%.
Questo fenomeno riflette un mutamento strutturale della società italiana.
L’allungamento della vita lavorativa, spinto dalle riforme previdenziali e dall’aumento della longevità, ha portato una parte sempre più consistente della popolazione a rimanere attiva più a lungo. Ciò ha contribuito a mantenere più elevato il tasso di occupazione, ma ha anche posto nuove sfide per le imprese e per il sistema di welfare, chiamati a sostenere lavoratori più anziani con percorsi professionali adattati alle loro esigenze.
Il peso della spesa pensionistica in Italia
Nonostante il progressivo innalzamento dell’età pensionamento, la spesa per le pensioni continua a rappresentare una delle voci più pesanti del bilancio pubblico. La Banca d’Italia ricorda che nel 2022 la spesa previdenziale ha raggiunto il 15,6% del prodotto interno lordo, contro una media europea dell’11,4%.
Questo dato evidenzia come il sistema pensionistico italiano, pur essendo tra i più sostenibili grazie alle riforme passate, continui a esercitare una forte pressione sui conti pubblici. L’invecchiamento della popolazione e il calo della natalità restano i principali fattori di rischio per la tenuta del sistema nel lungo periodo.
L’impatto del meccanismo di adeguamento alla longevità
Il meccanismo che lega l’età pensionamento all’aspettativa di vita rappresenta uno degli strumenti più efficaci per garantire equilibrio finanziario nel tempo. Secondo la Banca d’Italia, questa regola permetterà di contenere la crescita della spesa previdenziale nei prossimi decenni, compensando gli effetti dell’aumento della popolazione anziana.
Le proiezioni della Commissione europea indicano che l’incidenza della spesa sul PIL dovrebbe raggiungere il suo massimo nel 2036, toccando il 17,3%. Successivamente, grazie alle misure di contenimento e all’aumento graduale dell’età pensionamento, la spesa dovrebbe diminuire fino a stabilizzarsi intorno al 13,7% entro il 2070. Si tratta di un obiettivo di lungo periodo che punta a mantenere la sostenibilità del sistema pensionistico, preservando al contempo l’equità tra generazioni.
Aumento età pensionamento: un giudizio positivo da parte di Bankitalia
Nel complesso, la Banca d’Italia ha espresso un giudizio favorevole sull’intervento previsto dalla manovra 2026. L’aumento graduale dei requisiti anagrafici viene considerato una scelta necessaria per ridurre la pressione della spesa pubblica e garantire la stabilità dei conti.
L’istituto centrale sottolinea inoltre che l’allungamento dell’età pensionamento, se accompagnato da politiche efficaci per favorire l’occupazione dei lavoratori maturi, può contribuire a una crescita economica più equilibrata. Un mercato del lavoro più inclusivo per gli over 55 rappresenta infatti una risorsa importante per il Paese, non solo in termini produttivi ma anche di esperienza e competenze.
Riassumendo
- L’età pensionamento aumenta gradualmente fino a 67 anni e 3 mesi entro il 2028.
- Dal 2001 al 2024 l’età media effettiva di pensionamento è salita a 64,6 anni.
- Cresce la partecipazione al lavoro tra 55 e 64 anni, oltre il 61%.
- La spesa pensionistica italiana resta la più alta in Europa, al 15,6% del PIL.
- L’adeguamento alla longevità stabilizzerà la spesa al 13,7% entro il 2070.
- Bankitalia approva l’aumento graduale dell’età pensionamento per contenere la spesa pubblica.
